E così Stefano Bonaccini, un tempo detto “il modenese” in ambito PD, ha parlato a Ferrara in una piazza di ridotte dimensioni e facile da riempire, appellandosi a coloro che votano per la sinistra o per i pentastellati affinchè scelgano, a suo favore, il voto disgiunto.
Mi sembra l’appello di un disperato il quale, visto che Annibale è alle porte, chiama a raccolta chiunque pur di fermare i nuovi cartaginesi, in un’atmosfera un po’ lugubre, almeno stando ai resoconti dei media. Dopo un “mea culpa” sul fatto chè stato un errore abbandonare le piazze agli avversari (ma non poteva pensarci prima?) il comizio si è sciolto mestamente “con pochi selfie e qualche saluto vecchio stile”, come si può leggere sulla “Nuova Ferrara”.
Credo che l’appello (a mio avviso malaugurante), cadrà sostanzialmente nel vuoto.
Per quale motivo, in fatti,un elettore pentastellato, dopo che i grillini hanno ferocemente criticato per cinque lunghi anni proprio Bonaccini, dovrebbe dargli il voto sottraendo a Simone Benini i già scarsi consensi?
E uno che vota per la Collot, che chiede un voto di discontinuità “contro il sistema”, perchè dovrebbe puntellare il sistema di cui Bonaccini è l’incarnazione?
Io prevedo che Bonaccini ce la farà, seppur di misura, ma sarà una specie di “anatra zoppa” che dovrà accontentare tutti quelli che lo hanno sostenuto rinunciando a scelte limpide e non compromissorie. Ma anche se ce la farà,trovo sbagliato e controproducente l’appello al voto disgiunto, che mi sembra l’ammissione di debolezza di chi pensa di non farcela con le proprie forze.
Daniele Vecchi