Goro. “Si vocifera che Willy fosse entrato in un giro di orge, giro che coinvolgeva altri suoi compaesani. Pare che i festini avessero luogo ai lidi ferraresi, a stagione estiva ormai conclusa, prendendo in affitto uno o più appartamenti. Forse al Lido di Volano”. È uno stralcio di una lettera anonima, mai pubblicata prima, inviata ben 6 anni fa all’avvocato che assiste la famiglia di Willy Branchi, il 18enne trucidato a Goro nella notte tra il 29 e 30 settembre 1988.
Una lettera già da allora conosciuta agli inquirenti, scritta in buon italiano, ben informata e con alcuni dettagli fino ad allora non noti pubblicamente, riscontrati dagli inquirenti dopo la riapertura delle indagini. Una lettera che già segnava la pista da seguire, in quegli ambienti che don Tiziano Bruscagin chiamava di “perversione sessuale”. E che oggi, dopo le verifiche compiute sulle ipotesi di un giro di droga o di una guerra fra bande, è ritornata formalmente a essere la pista principale battuta dalla procura.
Ne è la conferma la nuova iscrizione nel registro degli indagati di Carlo Selvatico, il pensionato già accusato di aver reso false dichiarazioni al pm (poi è stato dichiarato il non doversi procedere perché mancava una condizione di procedibilità, ovvero la chiusura del procedimento principale), ora accusato di favoreggiamento per aver, con le sue azioni, cercato di aiutare qualcuno a eludere le indagini. L’uomo – difeso d’ufficio dall’avvocato Michele Ciaccia – avvicinò un avvocato, presentandosi sotto falso nome (poi negò al pm questa circostanza, da qui la prima imputazione), mostrandosi preoccupato per un eventuale arrestato che avrebbe coinvolto lui e altri soggetti e timoroso per le intercettazioni svolte dagli inquirenti.
E il favoreggiamento sarebbe proprio inserito in quel giro di frequentazioni particolari già emerse e fatte conoscere al grande pubblico dai servizi de Le Iene, ma già note da tempo agli inquirenti e anche a chi scrisse quella lettera anonima nel 2014, che già faceva riferimento esplicito a un esercizio commerciale che custodirebbe i segreti dei ‘convegni carnali’.
“I tasselli si stanno rimettendo al loro posto – commenta l’avvocato Simone Bianchi che assiste la famiglia di Willy nella incessante ricerca della verità – e dopo sei anni di indagini abbiamo avuto un sacco di riscontri a questa lettera. Ora cerchiamo solo ulteriori riscontri e facciamo un appello alla persona che la ha scritta affinché faccia un ulteriore atto di coraggio e ci contatti per riferirci da chi ha saputo quelle cose e i nomi che sono stati fatti. Questa lettera e anche la nuova incolpazione per Selvatico dimostrano che tutt’oggi ci sono persone che conoscono i fatti e non dicono nulla”.
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