La vittima Maria Luisa Silvestri
Sarà il medico legale Stefano Malaguti a far luce su ciò che rimane ancora da capire della morte di Maria Luisa Silvestri, la donna uccisa nella tarda serata di mercoledì 20 novembre dal nipote Pierpaolo Alessio mentre tornavano da una cena in pizzeria dalla madre.
In particolare il sostituto procuratore Barbara Cavallo chiede che vengano chiariti sia la causa specifica della morte sia quali mezzi sono utilizzati per cagionarla (dunque se Alessio abbia agito solo a mani nude o anche con oggetti).
Da quale che si sa la donna (71 anni) era cardiopatica e la violenza subita – Alessio (22 anni) l’ha presa a pungi le ha più volte sbattuto la testa contro il volante e sportello della Y10 – potrebbe aver avuto un’incidenza determinante nel far spegnere il suo cuore, che pure ha resistito a una rabbia che si è verificata a più riprese, sia dentro che fuori dall’auto e in un punti diversi del tratto via del Lavoro-via Marconi. Fino all’atto finale, quando a porvi termine ci ha pensato un carabiniere fuori servizio, allertato dalla cognata che aveva notato la scena poco prima, con la collaborazione di un barbiere tunisino.
L’incarico è stato conferito nel pomeriggio di lunedì 25 novembre e Malaguti avrà 60 giorni di tempo per l’espletare l’incarico. La difesa dell’indagato – l’avvocato Pasquale Longbucco – ha nominato come proprio consulente il medico Cecilia Ferronato.
La procura nei prossimi giorni conferirà anche l’incarico per eseguire gli esami tossicologici sui campioni di sangue prelevati ad Alessio dopo l’arresto, per chiarire se avesse assunto sostanze stupefacenti e/o alcolici.
Il 22enne sembra essere in stato di shock e non ricorderebbe quanto avvenuto quella notte. Per questo, finora, non ha dato risposte né al magistrato né al giudice per le indagini preliminari.
Ancora da chiarire quale sia stato il movente di un atto così violento e irrimediabile.
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