Occhiobello. Il percorso clinico ‘ad hoc’ messo a punto per contrastare l’insorgere di infezioni in chirurgia ortopedica e vertebrale, unito ad un approccio multidisciplinare al problema, ha portato la casa di cura di Occhiobello a collocarsi al di sotto della media nazionale per incidenza di queste complicazioni.
Il dato è emerso sabato mattina, nel corso del convegno organizzato dal direttore sanitario della casa di cura ‘Santa Maria Maddalena’ Paolo Colamussi. “Abbiamo fatto nostre le linee guida dell’Oms vigenti nel settore, nessuna esclusa. E questo ci fa raggiungere un livello di sicurezza elevato – ha spiegato Carmen Bertone, risk manager presso la casa di cura -. Sono procedure che abbiamo adottato a partire dal 2010 che prevedono un iter articolato”.
Percorso che inizia con un pre-ricovero durante il quale si valutano eventuali fattori di rischio che predispongono all’infezione e prosegue con il controllo successivo all’intervento chirurgico ortopedico o vertebrale presso l’ambulatorio entrato in attività circa due anni fa. “La nostra percentuale di infezioni in ortopedia – ha detto l’Ad della casa di cura Vittorio Morello – è molto al di sotto della media. Un medico infettivologo segue tutti i pazienti caso per caso: siamo una delle poche realtà che ha all’interno della struttura una figura dedicata che segue questa parte importante del ciclo clinico”.
“In Emilia Romagna il tasso di infezioni per le protesi di anca è dell’1,6% e dell’1,3% per quelle di ginocchio. Un dato perfettamente sovrapponibile al Veneto. In Italia, dove si impiantano ogni anno 160 mila protesi maggiori, possiamo ragionevolmente affermare che l’incidenza cumulativa (anca + ginocchio) di infezioni è del 2%” ha affermato Carlo Contini, ordinario di malattie infettive all’Università di Ferrara.
Ma il vero problema resta quello dell’incremento dell’antibiotico-resistenza e dell’appropriatezza diagnostica, punto cardine del successo terapeutico. In questo quadro si colloca anche la collaborazione tra la casa di cura e l’ateneo ferrarese per mettere a punto nuovi test biomolecolari. “A partire dall’avvio dell’ambulatorio presso la ‘Santa Maria Maddalena’ – ha evidenziato Martina Maritati, specialista in infettivologia e responsabile dell’ambulatorio – le infezioni ortopediche hanno registrato un’incidenza dello 0.5% e si è verificato un solo caso di infezione neurochirurgica. Un risultato assolutamente positivo e legato ad un ‘percorso di sorveglianza’ delle infezioni affatto comune sul territorio”.
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