Cronaca
23 Novembre 2019
L'assassino si è impiccato con le lenzuola nella sua cella. Stava scontando l'ergastolo alla Dozza di Bologna per il delitto di Aguscello

Omicidio Tartari, Fiti si toglie la vita in carcere

di Redazione | 2 min

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“Io sono innocente, se mi condannano mi tolgo la vita”. Lo aveva confessato al suo avvocato durante il processo, e lo ha messo in atto a pochi mesi di distanza dalla pena definitiva. Constantin Fiti, il rumeno di 27 anni condannato all’ergastolo per il brutale omicidio di Pier Luigi Tartari, si è tolto la vita in cella.

Era detenuto nel carcere della Dozza di Bologna, dove avrebbe dovuto passare il resto della sua vita per scontare l’ergastolo e un lungo periodo di isolamento diurno. Ma ha deciso di farla finita dietro le sbarre.

Fiti ha intrecciato le lenzuola per farne una corda e si è impiccato alle sbarre della sua cella. Quando gli agenti di polizia penitenziaria lo hanno trovato, ormai era troppo tardi. Un suicidio che ha colpito gli avvocati di ambo le parti.

“Si era sempre dichiarato innocente, mi aveva detto che se lo avessero condannato si sarebbe tolto la vita” racconta il legale Alberto Bova che aveva seguito la sua causa in primo grado e in appello per l’omicidio del pensionato di 73 anni, ucciso a settembre del 2015  durante una rapina finita male compiuta dalla banda Pajdek nella sua villa ad Aguscello.

“Umanamente mi dispiace, sono notizie che non possono lasciare indifferenti” interviene l’avvocato Eugenio Gallerani, che ha assistito fratello e sorella di Pier Luigi Tartari nel processo per l’omicidio del 73enne, massacrato di botte e lasciato agonizzante in un casolare in campagna in zona Arginone dalla spietata banda di cui fino a poco tempo prima aveva fatto parte anche Norbert Feher alias ‘Igor il russo’.

Constantin Fiti – che aveva altri guai in tribunale per violenza privata nei confronti della ex compagna, minacciata e strattonata anni fa per cercare di riprendersi sua figlia – era stato processato insieme a Patrik Ruszo per l’omicidio, con sentenza all’ergastolo confermata fino alla Cassazione. Pajdek, invece, scelse il rito abbreviato e venne condannato a 30 anni.

“Mi dispiace umanamente”, afferma anche l’avvocato Rita Cirignano, che lo difendeva proprio nella causa per violenza privata.

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