Comacchio
11 Luglio 2019
Gli imputati sono accusati di aver picchiato un agente immobiliare, pretendendo la restituzione di un debito legato a un affare finito male

Botte e minacce per il locale al lido: tre imprenditori a processo per estorsione

di Redazione | 2 min

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Botte e minacce tra imprenditori del mondo del turismo nella riviera comacchiese: è questo lo scenario del processo che vede imputati per estorsione Marco Tarantino (accusato anche di lesioni personali), Riccardo Inglese e Salvatore Lionetti, che secondo la procura avrebbero decisamente usato le maniere forti con un agente immobiliare comacchiese per farsi restituire un presunto debito legato al fallimento della vendita di un locale al Lido di Spina.

I tre imputati infatti si sarebbero fatti consegnare circa 10mila euro e alcuni oggetti di valore (un orologio Rolex e un bracciale di platino), dopo aver fatto irruzione nell’aprile del 2015 nell’agenzia immobiliare, aver minacciato di morte il titolare e le sue figlie e averlo colpito con dei pugni al volto e un calcio alla coscia.

Dopo quell’episodio, l’agente avrebbe subito diverse minacce sia dal vivo che tramite sms e social network da Tarantino, che arrivò anche a scrivere a un loro conoscente comune parole molto dure nei confronti del suo nemico ormai dichiarato: “Complimenti, vedo che per l’inaugurazione hai optato per gente di classe… truffatori e prossimi per tornare in galera e te lo scrivo qui perchè io vivo solo per vendicarmi, poi posso prendermi l’ergastolo”. L’uomo aveva appena inaugurato il proprio locale invitando sul posto anche l’agente immobiliare.

A confermare questi episodi in tribunale è stato durante l’ultima udienza proprio l’agente immobiliare, che ha affermato di non sapere il motivo per cui i tre imputati avrebbero preteso dei soldi da lui. L’uomo ha ripercorso la storia della vendita di un locale per circa 75mila euro a uno degli imputati, che però sarebbe stato rivenduto pochi mesi dopo per poco più della metà di quel valore. Un deprezzamento che secondo l’agente immobiliare era dovuto alle “scarse doti imprenditoriali” dei gestori, ma che gli imputati attribuivano invece proprio all’operato dell’agente. Una storia che del resto fa solo da sfondo al processo attualmente in corso, che dovrà stabilire se ci sono effettivamente stati o meno episodi di estorsione e minacce, e non quali fossero le eventuali ragioni di chi li ha commessi.

*aggiornamento del 24 luglio, ore 15.09: A differenza di quanto comunicato, il capo di imputazione è quello di tentata estorsione. Ci scusiamo con l’interessato e con i lettori per l’errore. 

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