Perego: “Volontariato risorsa importante dentro la città”
Il vescovo Gian Carlo Perego e il presidente di Cittadini del Mondo Adam Atik a margine del Festival della Progettazione Europea ospitato dall'Università di Ferrara
Il vescovo Gian Carlo Perego e il presidente di Cittadini del Mondo Adam Atik a margine del Festival della Progettazione Europea ospitato dall'Università di Ferrara
Primo evento organizzato in una prestigiosa location ferrarese con una storia alle spalle molto importante per il concorso di bellezza La+ Bella di Ferrara che festeggia ben 31 anni di attività
Si conclude sabato 17 maggio, con la tradizionale passeggiata musicale in alcuni suggestivi luoghi della città il Festival di musica contemporanea del Conservatorio Frescobaldi miXXer, giunto quest'anno alla XVIII edizione
Vito Mauro Di Gaetano, accusato - insieme al padre Giuseppe - dell'omicidio di Davide Buzzi e di quello tentato di Lorenzo Piccinini, è tornato a parlare davanti alla Corte d'Assise del tribunale di Ferrara
Sono le parole che ieri (giovedì 15 maggio) davanti alla Corte d'Assise del tribunale di Ferrara - leggendo le nove pagine di dichiarazioni spontanee scritte in carcere - Giuseppe Di Gaetano, coimputato insieme al figlio Vito Mauro, ha utilizzato per provare a giustificare la 'mattanza' del bar Big Town di via Bologna
di Cecilia Gallotta
Professione cantante. Quel mestiere “che non dà garanzie, che non è quotato in borsa e che spesso è osteggiato dal volere dei genitori e altri parenti. E che quando ti chiedono ‘cosa fai?’ e tu rispondi che vai in giro per le città e i locali a suonare e cantare, ti rispondono: ‘Ah, che bello. Ma che lavoro fai?’”.
L’ironia di Andrea Mingardi non ci mette neanche un secondo a rapire l’intera Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, che giovedì pomeriggio ha eccezionalmente riaperto con un appuntamento culturale (sebbene da calendario fossero ormai chiusi) che non poteva mancare.
Il settimo libro del cantautore bolognese – ‘Professione cantante’, per l’appunto – apre uno spaccato sui retroscena di un mondo a cui “l’immaginario comune accosta l’idea di Rino Gaetano in bianco e nero che canta ‘Gianna’ o la falsa speranza che Califano se ne sia andato felice”, afferma schietto Mingardi, dopo aver raccontato, tra le risa e gli sguardi ammaliati del pubblico, fior di aneddoti sul suo passato, che si è intrecciato con alcuni dei nomi più importanti della storia della musica italiana.
“Basta pensare a Morandi – racconta – che all’improvviso non ricevette più una telefonata per diec’anni. Uno che ha avuto folle oceaniche ai piedi, e gente che gli saltava addosso per strada, improvvisamente si è ritrovato a iscriversi al conservatorio e a giocare a pallone. E’ assieme a lui e a Mogol che abbiamo fondato la Nazionale Italiana Cantanti”.
E per un soffio non ci è scappata la Spal, perché “quando giocavo a calcio, il Bologna chiese alla Spal 10 milioni per me, che erano tantissimi. Ma per fortuna che non è andata così, perché se avessi giocato in serie A poi non sarei più riuscito a cantare”, ironizza.
Del resto non sarebbe riuscito nemmeno a scrivere 25 canzoni per Mina, con la quale il celebre cantautore non ha mai perso i contatti sin dai tempi in cui “si chiamava ‘Baby gate’ e non ancora Mina – racconta – e io e suo fratello, Geronimo, andavamo nella bassa ferrarese a far danni”.
“Poco tempo fa Mina mi ha telefonato, il che già di per sé è un fatto senza precedenti perché non telefona a nessuno da quarant’anni – prosegue – per dirmi che aveva trovato un pezzo che pensava fosse mio, che voleva utilizzare. E riascoltando la mia vocina che cantava un inglese maccheronico, mi sono reso conto che non ce l’avevo più. Tutto ciò ha dell’incredibile, la gente quando lo racconto non ci crede. Mina sceglie i miei pezzi, li prova nel suo studio a Lugano, e poi me li fa sentire. Ha inciso ‘Ci vuole un po’di rock n’ roll’ nel suo ultimo disco, che è uno dei miei pezzi di punta, ed ero convinto che mi avrebbe chiesto di ritirarlo. E invece mi ha detto: ‘che meraviglia, non è mai successo che due artisti abbiano inciso lo stesso pezzo contemporaneamente’. Una donna di una generosità incredibile, e con un dono incredibile. L’unico motivo per cui non è diventata la più grande cantante del mondo è che ha paura dell’aereo e delle navi”.
E a proposito di dono, ciò da cui Mingardi vuole mettere in guardia è la faciloneria illusoria del giorno d’oggi, in cui “sembra che le case discografiche avvallino canzoni di personaggi nonostante siano completamente senza musica, non suonino nessuno strumento, ma accostino semplicemente una melodia preconfezionata su internet ad un testo tutto sommato accettabile. Ho ascoltato rapper, e anche trapper, e i precursori di questo genere, e alcuni fanno cose interessanti – afferma, complimentandosi con Mahmood per la sua vittoria a Sanremo – ma la cosa brutta è che chi organizza questi talent, queste associazioni a delinquere, non fanno altro che mettere questi ragazzi nelle condizioni di avere delusioni pazzesche. Ti dicono che sei un fenomeno, finchè i riflettori sono accesi. E la caducità di questo mestiere, ho pensato che fosse bene raccontarla”.
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