di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Sono sempre più i daini a spasso per Lido di Volano, avvistati tra pineta, retrospiaggia e il quartiere residenziale della piccola località litoranea. Lo assicurano turisti, operatori e residenti quotidianamente con foto e testimonianze pubblicate in rete, e un giretto a piedi, in bici o in auto potrebbe regalare comunque sorprese.
Ad intervenire in merito a quello che in ogni caso è più un problema che una piacevole attrazione naturalistica, sono il Parco del Delta del Po ed il Comune di Comacchio, che si dichiarano “in prima linea per le azioni di competenza” e chiariscono che “la presenza di ungulati vaganti nel territorio del Parco è una problematica molto diffusa, che interessa oggi l’intera pianura ferrarese” assicura il direttore del Parco del Delta del Po Maria Pia Pagliarusco.
“Fino a qualche anno fa si verificavano solamente segnalazioni sporadiche nei pressi la pineta del Lido di Volano, presenze sicuramente derivanti dal nucleo originario riconducibile ai discendenti di quelli del Boscone della Mesola, a cui ha fatto seguito un notevole incremento negli ultimi anni. Siamo ben consapevoli – sottolinea Pagliarusco – che la presenza così massiccia comporta delle conseguenze: la situazione è sotto osservazione da diversi anni e da parte di diversi enti, ciascuno per propria competenza”.
Il Parco segnala come già dal 2016 siano stati attivati più tavoli di discussione e lavoro in materia, sia per la Provincia di Ferrara, dove la maggiore criticità è registrata proprio nella zona di Volano- Lido delle Nazioni, sia per la Provincia di Ravenna, dove la maggiore concentrazione è rilevata a sud della città di Ravenna, nei pressi della Pineta di Classe.
Gli incontri svolti nella Provincia di Ferrara, congiuntamente al lavoro realizzato su input della Prefettura che ha visto il coinvolgimento di tutti gli enti preposti, tra cui la Polizia Provinciale, Ispra, Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato hanno potato all’approvazione di un “Protocollo d’intesa per la gestione in situazioni di emergenza di esemplari di fauna selvatica”, ora in fase di revisione, che è servito a costituire una prassi condivisa in grado di agevolare la gestione in situazioni di emergenza di esemplari di fauna selvatica da parte dei vari soggetti competenti, oltre che a condividere iniziative idonee a prevenire situazioni potenzialmente pericolose sia per la sicurezza degli animali che per la sicurezza automobilistica, nei territori maggiormente interessati.
“Il Parco del delta del Po ha inoltre deciso, negli ultimi tempi, di investire ancora più risorse umane ed economiche per affrontare la problematica, in particolare nel censimento e monitoraggio primaverile degli ungulati, realizzata per la zona dall’abitato di Volano a Porto Garibaldi, attraverso un incarico affidato ad Ispra” aggiunge il presidente del Parco del Delta del Po Marco Fabbri. “Si tratta di un’attività indispensabile a qualsiasi azione successiva che, lo ricordo, passerà comunque attraverso un accordo tra tutti gli enti competenti in materia”.
Il censimento, realizzato nell’aprile di quest’anno, ha fissato ad oltre 200 esemplari la popolazione minima di ungulati presente nell’area, dato ‘di minima’, che potrebbe quindi essere sottostimato rispetto alla realtà del fenomeno.
“Grazie al lavoro di questi anni – aggiunge Fabbri – abbiamo per la prima volta ottenuto dalla Regione Emilia-Romagna la previsione nel Piano Faunistico-Venatorio 2018-2023 di un Piano di Controllo degli ungulati per le aree in cui è segnalata la criticità. Trattandosi di animali non autoctoni, il Piano Faunistico- Venatorio non esclude, anzi, per la prima volta prevede, che il Piano di Controllo possa contemplare l’eradicazione tra i metodi di contenimento della popolazione. Il Piano di Controllo è ad oggi in fase di redazione da parte della Regione, congiuntamente al Parco del Delta del Po, sarà corredato di tutti i pareri necessari e vedrà coinvolti un gran numero di Enti: Ispra, Polizia Provinciale, Forze dell’Ordine, Prefetture e Comuni, nessuno escluso. Varrà inoltre sia per le Province di Ferrara e Ravenna, dal momento che la problematica è comune. Speriamo che si possa arrivare all’approvazione del Piano di Controllo prima possibile, già entro fine luglio, al fine di contenere i disagi e soprattutto i rischi per le persone” conclude Fabbri.
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