L’aumento dei posti disponibili al corso di laurea in medicina e chirurgia (passati da 170 a 602 su proposta del rettore Giorgio Zauli, accolta dal Miur) scatena una vera e propria battaglia ideologica nel mondo universitario ferrarese.
Mentre rettore e nuova amministrazione comunale applaudono la scelta del ministero (“lungimiranza, tenacia ed efficiente progettualità premiano le scelte del nostro Rettore”, scrive il sindaco Alan Fabbri), l’Unione degli Universitari e sindacati come Cgil-Flc e Uil Scuola esprimono forti preoccupazioni per il futuro degli iscritti a Ferrara, con gli studenti a parlare di “un atteggiamento sperimentale che fa degli studenti delle cavie” e i sindacati di “una competizione sfrenata che si viene a creare tra chi studia e una logica escludente che non riconosce gli ostacoli degli studenti”.
Il tema è naturalmente quello della qualità dell’insegnamento, già sollevato nei mesi scorsi da esponenti di spicco del mondo accademico come il rettore dell’università di Verona Nicola Sartor, che in aprile si chiese “come farebbe Ferrara a gestire un numero incredibilmente elevato di persone che si dovessero iscrivere”.
La stessa domanda se la pongono oggi studenti e sindacati: “Ci chiediamo – affermano i rappresentanti Cgil Flc e di Uil Scuola – se Unife riuscirà a garantire condizioni di studio dignitose ai suoi studenti: abbiamo assistito negli ultimi due anni alla gara per assicurarsi un posto nell’aula di lezione, in sala studio, un posto letto in appartamento o per ottenere un colloquio col docente”.
Alle difficoltà logistiche, secondo il sindacato rischia di aggiungersi un vero e proprio calo dei servizi didattici, ad esempio attraverso lo stop totale agli esami orali: “Il Rettore, nell’esprimere grande compiacimento, non può evitare di spiegare che la verifica delle conoscenze degli studenti avverrà tramite test scritti e non saranno più previste prove orali: non ci stupisce che cambino le modalità di esame, visto il notevole e imprevisto incremento degli studenti”.
Una scelta che secondo il sindacato rischia di compromettere il posizionamento di Unife nel mondo accademico: “Da tempo chiediamo all’amministrazione dell’Università di Ferrara e al ministero di aumentare i punti organico per l’assunzione di personale tecnico amministrativo e docente per mantenere gli elevati standard di qualità che Unife aveva ottenuto negli anni – scrivono la Cgil Flc e Uil Scuola-; posizionamento eroso negli ultimi anni dalla politica aggressiva di aumento degli studenti”.
Insomma: secondo il sindacato, la politica di aumento dei posti seguita da Zauli può essere attuata solo se accompagnata da un piano di assunzioni: “Cgil e Uil da sempre chiedono maggiori investimenti in ambito universitario e il superamento del numero chiuso, ma, la proposta del Rettore dell’Università di Ferrara non elimina di fatto il numero chiuso, prevede solo la selezione degli studenti al termine del primo semestre, con la verifica degli esami superati e dei voti ottenuti”.
I sindacati elencano diverse criticità: dalla “competizione sfrenata” tra studenti a una “logica escludente” ed estranea ai problemi degli studenti. “Inoltre non risolve il problema relativo alle gravi carenze di reclutamento stabile e di programmazione del Sistema Sanitario Nazionale, in quanto cambia semplicemente la modalità di selezione degli aspiranti medici”. I sindacati concludono il proprio appello chiedendo a rettore, sindaco e governo un maggior confronto con gli studenti e le associazioni e sindacati che li rappresentano, per porre rimedio a “un contesto in cui appare del tutto evidente che non c’è stato nessun investimento e inversione di marcia sul sistema università”.
Concetti sottolineati anche dall’Unione degli Universitari, secondo cui “non ha senso la diversità di trattamento: non esistono studenti di serie A e di serie B. Noi in questi mesi ci siamo battuti per un no categorico alla sperimentazione sul numero aperto di medicina. Abbiamo ritenuto fin da subito che la sperimentazione di cui si stava discutendo andasse a prediligere dei pochi fortunati e che non sarebbe stata di vero aiuto agli studenti, ne sarebbe stata una soluzione al superamento del test. Riteniamo, come sindacato studentesco, che non debba esistere un atteggiamento sperimentale che faccia degli studenti delle “cavie”, altresí c’è bisogno di un sistema che garantisca a tutti lo stesso trattamento”.
Anche il sindacato studentesco si augura un piano di assunzioni e una transizione meno improvvisa al nuovo ‘sistema’, che porterà a un aumento degli studenti superiore al 200% da un anno all’altro. “Va bene l’ampliamento dei posti, siamo contenti e lo riteniamo positivo, tuttavia questo deve essere graduale e sempre continuo nel tempo in modo tale che si giunga all’abbattimento totale del numero chiuso con i mezzi e le condizioni adatte. Ed è per noi fondamentale che non si perda mai di vista che al primo posto va garantita la qualità della didattica sempre”.
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