Esisteva un tempo un sindacato coraggioso (la CGIL) che si batteva per i diritti sociali dei lavoratori, lasciando alla responsabilità individuale le scelte etiche.
Ora invece quello che fu il grande sindacato di Giuseppe Di Vittorio e di Luciano Lama sembra una succursale del partito radicale, interessata più a (presunti) diritti civili che alle battaglie dei lavoratori.
La discussione sul cosiddetto “utero in affitto” che sta dilaniando la CGIL e il mondo LGTB (Arcilesbica ferocemente contraria e Arcigay vendolianamente favorevole) dovrebbero suonare come un campanello d’allarme. Mi colpisce poi il silenzio della CGIL ferrarese e del mondo LGBT ferrarese. Con chi stanno? Con Teresa Bellanova, con la Boschetti e con tutte le donne di sinistra che hanno denunciato come barbara e indegna la pratica dell'”utero in affitto” o con i neo-cgiellini che parlano di “dono solidale ” (solidale con chi?).
Che dice Cristiano Zagatti, solitamente così loquace?
Perchè si tace o si nicchia? Un po’ di trasparenza sarebbe gradita e doverosa.
Spero inoltre che Alan Fabbri, al “pride” del 28 giugno in via Ripagrande, colga l’occasione per pronunciare un chiaro e netto NO ad una pratica vergognosa di sfruttamento delle donne più povere che i “pasdaran” radicaloidi della CGIL vorrebbero elevare a dignità di legge, facendo rivoltare nella tomba Buozzi e Di Vittorio.
Salvina Bassi