Leggere su un quotidiano locale le dichiarazioni di Tommaso Mantovani, esponente 5 stelle ed USB mi ha reso perplesso e non poco. Provo a esplicitare la mia perplessità.
Le Organizzazioni Sindacali Confederali del Pubblico Impiego hanno invitato i due candidati alla carica di primo cittadino per porre alcune domande. Concrete, territoriali. Si è presentato solo il candidato del blocco di centro sinistra Aldo Modonesi.
Il candidato ha risposto, per non più di 3/4 minuti, alle domande che come Organizzazioni Sindacali avevamo ritenuto opportuno fare. La brevità delle risposte ed i temi specifici hanno, nei fatti e nella realtà, impedito ogni tipo di comizio.
Al tema posto dal Mantovani – che peraltro non risulta essere dipendente in alcuno degli enti coinvolti all’assemblea né tanto meno iscritto alle OO.SS. Confederali – relativo al pronto soccorso in città gli è stato risposto che l’obiettivo primario in tema sanità risulta essere quello di salvare delle vite e utilizzare la campagna elettorale per dire alle persone che ci vuole un pronto soccorso in città, senza alcuna copertura sanitaria di alcun tipo, rianimazione, cardiologia, ecc, avrebbe messo più a rischio gli utenti e che non era un tema per noi “serio” da affrontare.
In relazione a quanto dichiarato dal Mantovani sul diritto di parola negato ad un agente di Polizia Locale ritengo che vada fatta chiarezza. Si è presentato un agente, anzi un ispettore di Polizia Locale, che non ha avuto neppure il rispetto di togliersi gli occhiali da sole per parlare ad una platea di lavoratrici e lavoratori, sostenendo che l’impegno assunto dal candidato sindaco non fosse giusto. L’ispettore di Polizia Locale sostiene che se un sindacato – che la legge ritiene non rappresentativo e che non firma i Contratti Nazionali – sottoscrive un accordo non con le istituzioni ma con un partito politico quell’accordo vada applicato e sostenuto.
La democrazia, quella tanto sbandierata dai Grilli Estensi, dice altro. Gli accordi li firmano i soggetti che rappresentano qualcuno. Negli enti locali esiste una legge che determina la rappresentanza, quella rappresentanza che costa fatica, che implica stare in mezzo alle persone e non sui social, che comporta metterci sempre la faccia. Certo è più semplice il voto on line. Ma quella non è democrazia. E giustamente il candidato Modonesi ritiene che vadano applicate senza indugio le regole della democrazia.
Un ultima considerazione. Il Movimento 5 stelle nasceva con presupposti diversi da quelli attuali. Doveva ridare voce ai cittadini, mettere al centro i beni comuni, combattere la casta. Oggi che è al governo del paese chiude i porti lasciando migliaia di persone morire nelle carceri libiche; propone una tassa lineare, la Flat tax, che non solo farà pagare meno a chi ha già di più, ma – alla luce del suo reale costo – toglierà risorse ai servizi universali, primo fra tutti quello sanitario; congelando il codice degli appalti consentirà alle imprese di lucrare sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Invece di dissertare sulla presunta mancanza di democrazia dei sindacati confederali, Mantovani dovrebbe interrogarsi sulla dichiarata corrispondenza di “amorosi sensi” fra il suo partito e la Lega e sulla mutazione genetica che ha colpito il suo movimento.
Natale Vitali
Segretario Generale Funzione Pubblica Cgil Ferrara