Economia e Lavoro
24 Maggio 2019
Dopo lo stop alla fusione con Tata Steel il colosso tedesco annuncia tagli per 4mila posti di lavoro: tre indizi aprono portano i timori anche a Copparo

La “nuova strategia” di Thyssen fa tremare la Berco: i lavoratori temono nuovi esuberi

di Ruggero Veronese | 4 min

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Torna lo spettro degli esuberi alla Berco di Copparo, dopo che nelle ultime settimane la ThyssenKrupp ha annunciato una riorganizzazione su larga scala con il taglio di 6mila posti di lavoro (di cui 2mila fuori dalla Germania) in seguito al fallimento del piano di fusione con il colosso indiano Tata Steel.

Mentre i sindacati si preparano ad avviare un confronto per discutere dei piani futuri dell’azienda, tra i lavoratori copparesi circolano voci di corridoio secondo cui i dirigenti Berco avrebbero in programma tra i 50 e i 200 esuberi nei prossimi mesi.

Voci che, pur non trovando conferme dirette, sembrano avvalorate da tre possibili indizi: il primo è una comunicazione ai lavoratori firmata dalle Rsu di Fim, Fiom e Uilm datata 17 maggio, in cui si riferisce di un incontro svolto il giorno stesso tra sindacati e dirigenti Berco, “per iniziare un confronto relativo all’apertura di una procedura che permetta l’uscita al raggiungimento del requisito pensionistico”.

L’indizio sui possibili esuberi – in questo caso in forma di prepensionamenti volontari – è contenuto nella frase finale: “Tale procedura sarà anche a favore di lavoratori non pensionabili secondo il criterio della volontarietà previa valutazione aziendale”.

Il secondo indizio è invece legato alle dinamiche macroeconomiche citate in apertura: la fusione tra ThyssenKrupp e Tata Steel annunciata due anni fa è saltata, a causa dello stop imposto dalla Commissione Europea, e in particolare dal commissario alla concorrenza Margarethe Vestager (già nota a Ferrara per il suo coinvolgimento nelle vicende dei crac bancari e dell’applicazione del bail-in).

Secondo quanto riportato dal Financial Times, il timore dell’Antitrust sarebbe stato quello di veder sorgere dalla fusione di ThyssenKrupp e Tata il secondo gruppo siderurgico europeo (dopo ArcelorMittal), che avrebbe creato uno sbilanciamento a livello di concorrenza sul mercato, causando possibili rialzi del prezzo dei materiali prodotti.

La comunicazione inviata dai sindacati ai lavoratori riguardo alle procedure per il pensionamento

Nelle valutazioni dell’Antitrust europea potrebbe aver pesato anche la situazione dell’industria siderurgica su larga scala, che vede il comparto europeo in flessione (proprio ieri, 22 maggio, l’agenzia Moody’s ne ha abbassato le previsioni di crescita per il 2019, con possibili peggioramenti anche nel 2020), in particolare per la difficoltà a reggere la concorrenza low-cost delle acciaierie cinesi (primo produttore al mondo con 80.326 migliaia di tonnellate di acciaio all’anno, contro le 9.412 dell’India al secondo posto o le 2.277 dell’Italia al decimo), proprio in una fase di rialzo dei prezzi delle materie prime.

Non c’è dubbio insomma che ThyssenKrupp stia attraversando un momento delicato, di cui d’altra parte non fa mistero annunciando una “nuova strategia” con la divisione del gruppo in diversi rami e la quotazione in borsa del settore dedicato alla produzione di ascensori, che negli ultimi due anni ha fatto segnare gli utili maggiori. Resta ora da capire quanto e in che modo queste dinamiche influenzeranno lo stabilimento a Copparo: è infatti doveroso specificare che proprio la fusione con Tata Steel negli ultimi due anni era già stata fonte di nuovi allarmi, dal momento che le due multinazionali avevano annunciato pesanti tagli occupazionali su entrambi i fronti in caso di raggiungimento dell’accordo, pari a circa 4mila lavoratori (2mila fuori dalla Germania) nel solo caso di ThyssenKrupp.

Esuberi che poi Thyssen aveva ristretto al solo comparto dell’acciaio al carbonio, escludendo così Berco che lavora sull’acciaio inossidabile. Il flop della fusione con Tata potrebbe però cambiare nuovamente le strategie a lungo termine di Thyssen e quindi anche le prospettive per lo stabilimento copparese.

Il terzo indizio è quello che poniamo più margine, in quanto frutto di indiscrezioni che al momento non possiamo confermare ufficialmente: all’interno dello stabilimento sarebbero stati avvistati alcuni agenti della stessa società di consulenza che diede assistenza ai dirigenti Berco durante le tornate di esuberi nel 2013 e 2016: un dettaglio che alimenta i timori di diversi lavoratori ma che, ribadiamo, rimane nel campo delle indiscrezioni.

Il segretario della Fiom – Cgil di Ferrara Giovanni Verla, contattato da Estense.com, conferma che i sindacati sono in procinto di avviare gli incontri con i nuovi vertici dello stabilimento copparese (che sono stati completamente rinnovati nel corso dell’ultimo anno), ma che ci troviamo ancora in una fase preliminare in cui non si è entrati nel merito delle strategie dell’azienda: “Posso confermare che abbiamo avviato un confronto con l’azienda sul sistema delle relazioni sindacali, ma siamo ancora in un momento preliminare alla discussione vera e propria. Di sicuro questa riorganizzazione di Thyssen a livello mondiale è qualcosa che dobbiamo valutare attentamente, anche se al momento non sembra avere effetti su Copparo. La nostra priorità nel confronto che si sta avviando sarà quella di salvaguardare il livello occupazionale e i risultati ottenuti in questi anni per i lavoratori copparesi”.

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