La classifica sull’Indice della Salute pubblicata dal Sole 24 Ore, «oltre ad essere impietosa per Ferrara, rischia di generare un allarmismo dannoso. Gli indicatori presi a riferimento sono parziali, non automaticamente collegabili tra loro e inducono a una lettura diversa da quella reale. E non tengono conto di normative che impongono indicatori. Col rischio, purtroppo, di generare insicurezza nei cittadini».
E’ lapidaria Paola Boldrini, capogruppo Pd alla Commissione Sanità del Senato, sulla fotografia scattata dal quotidiano. La classifica consegna a Ferrara la maglia nera – agli ultimi posti su tutti i fronti – su speranza di vita, utilizzo farmaci, incidenza infarto, mortalità per tumore.
Boldrini, prima firmataria del Ddl da poco divenuto legge, che istituisce la rete nazionale dei Registri dei Tumori «inglobando così quelli regionali già esistenti» e che una volta attuato a livello nazionale consentirà di disporre di informazioni sulla base di una suddivisione anagrafica, di genere, territoriale e per trattamenti effettuati, oltre che di misurare l’impatto dell’inquinamento ambientale sull’incidenza di patologie oncologiche, invita alla «prudenza».
E mette in discussione gli indicatori scelti dal Sole – dal tasso di mortalità alla recettività ed emigrazione ospedaliera, passando per l’aumento della speranza di vita e l’uso dei farmaci – che parla per primo di dati non esaustivi. «Confido – il commento di Boldrini – che col Registro dei Tumori si possa passare dalle interpretazioni ai fatti, tenendo conto delle specificità territoriali, anche in termini di popolazione. E confido che la stessa prassi la si utilizzi per altre patologie. Ad oggi, rilevo il risultato ingeneroso, viziato e in quanto tale pericoloso».
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