Indiscusso
18 Maggio 2019

Il triste giardino di cemento

di Marzia Marchi | 2 min

Leggi anche

L’assessore timoroso

Intervengo per sottolineare per l’ennesima volta (e lo farò fino a che sarò consigliera) che quando si illustra un bilancio, ovvero una serie di numeri che riguardano  i soldi pubblici, sia per chiarezza di esposizione che per trasparenza politica, data la potente digitalizzazione vantata dall’amministrazione comunale, saggio sarebbe proiettare il documento alla pagina di cui si discute e magari, perché no qualche tabella riassuntiva con grafici riepilogativi di quanto si va raccontando

La sicurezza non si impone per legge, si costruisce

C’è uno strano rapporto che lega gli eletti e gli elettori di destra: si chiama paura. Gli eletti hanno paura di non riuscire a convincere i propri elettori della bontà delle proprie leggi e impongono ogni due per tre la fiducia nel voto al Parlamento e gli elettori di destra sono così imbottiti di paure da credersi perseguitati

Non voto a perdere

Sentire dalla bocca di un Ministro della “Repubblica democratica fondata sul lavoro” - art.1 della Costituzione su cui ha giurato - l’invito esplicito a disertare il voto referendario è la cifra distintiva di coloro che approfittano della democrazia

Rifiutiamoci!

Rifiutiamoci di dimenticare che il rifiuto che produciamo non ci torni prima o poi nel piatto, nel bicchiere e nei polmoni.

In fondo a destra

Bibbia e moschetto una volta, Bibbia e drone oggi, il resto non cambia!

Lo vedo crescere giorno per giorno il triste giardino di cemento di piazza Verdi, perché purtroppo sono costretta a passarci davanti quotidianamente.

Ho visto l’eradicamento di sei pini marittimi, alti e sani, lo smantellamento dello strato di asfalto, la terra affiorare e subito scomparire nella colata di cemento armato destinato a sostenere le sgraziate aiuole rialzate, in cui, quasi a contenerne da subito la bruttezza, sono stati piantati tre mesti alberelli e una piccola siepe.

Chi è avvezzo a convivere con le creature vegetali sa che oltre alla chioma, le piante hanno le radici le quali si estendono nello spazio tanto quanto si espande la chioma e sappiamo che quelle radici troveranno barriere di cemento armato a contenerle.

Una vita già mutilata, come i piedini delle gheishe giapponesi che non dovevano crescere per ragioni estetiche.

Così provo pena per queste vite vegetali che dovrebbero sostituire l’inutile strage di altre vite nel pieno del loro splendore.

Lo chiamano giardino! Ma fin da piccola mi hanno insegnato – e poi ho continuato ad insegnarlo io da maestra – che in un giardino c’è la terra, ora purtroppo qualsiasi bambino mi potrà obiettare che ci sono i giardini di cemento!

Non so chi sia il genio che ha progettato questa disgraziata creatura ma è facile indovinare chi invece l’abbia voluta realizzare: gli stessi che ora in campagna elettorale promettono più alberi e intanto coprono la terra di cemento. Sarà che non si sono mai sporcati le mani di terra!

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com