Accoltellamento di via Cavedone. Si procede per tentato omicidio
È stato arrestato in breve tempo l’uomo di 42 anni di nazionalità marocchina che sabato pomeriggio, attorno alle 15, ha accoltellato al collo un suo connazionale di 46 anni
È stato arrestato in breve tempo l’uomo di 42 anni di nazionalità marocchina che sabato pomeriggio, attorno alle 15, ha accoltellato al collo un suo connazionale di 46 anni
Diversi gli interventi nella giornata di sabato per il personale la Polizia di Stato di Ferrara che, all'interno di servizi straordinari di controllo del territorio, ha preso in carico alcune segnalazioni in città
Erano le 15.30 di ieri pomeriggio, sabato 30 novembre, quando alcuni passanti hanno notato un uomo ferito in via Cavedone che cercava da fuori di bloccare l'uscita di casa sua tirando la porta verso di sé. All'interno un amico con cui stava pranzando ma che, poco prima, lo avrebbe colpito al collo da dietro con un cutter
Tre auto sono rimaste coinvolte in un incidente in via Padova avvenuto poco prima delle 22 di ieri, sabato 30 novembre. Sono rimasti feriti i tre conducenti e trasportati all'ospedale di Cona anche se fortunatamente nessuno di loro in gravissime condizioni ma con traumi di media entità
I Vigili del Fuoco sono intervenuti per spegnere un incendio, divampato in un appartamento in angolo tra via Garibaldi e piazza Sacrati
Dopo sei anni e l’avvicendamento di tre giudici è finito con una doppia assoluzione il processo che vedeva due infermiere dell’Sant’Anna accusate di omicidio colposo per la morte nel settembre 2013 di una signora, ricoverata per un’occlusione intestinale, deceduta dopo una crisi respiratoria dovuta probabilmente a un’alterazione glicemica.
Secondo l’accusa – sostenuta dalla pm Barbara Cavallo, anche sulla scorta di una consulenza tecnica – il decesso era da ricondurre agli effetti di un’eccessiva somministrazione per via endovenosa della nutrizione parenterale, dovuta alla negligenza delle due infermiere. Ovviamente diversa la posizione delle difese delle due imputate (avvocati Irene Costantino e Giovanni Trombini), forti delle proprie consulenze ma anche della perizia disposta dal secondo giudice che ebbe in mano la causa, che affermò l’impossibilità di stabilire con certezza la causa della morte, anche per la concomitanza di una sepsi, frutto di una successiva operazione chirurgica. Alcuni infermieri, sentiti come testimoni, parlarono anche di malfunzionamenti nei diffusori delle sacche parenterali che potrebbero spiegare perché, nel caso specifico, quella della signora si svuotò nel giro di poche ore anziché nelle 24 prescritte.
Il giudice Vartan Giacomelli ha determinano in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni. I familiari della vittima erano già stati risarciti dall’azienda ospedaliera prima dell’inizio del processo.
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