Attualità
7 Aprile 2019
Zauli ringrazia il vicepremier: "Sarà un piacere mostrargli la qualità della nostra università". Anche Vitellio e Zerbini approvano la sperimentazione

Il rettore accoglie Salvini per abolire il numero chiuso a Medicina

di Redazione | 3 min

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“Via il numero chiuso a Medicina: diritto allo studio e al lavoro per tanti ragazzi, diritto alla salute per tanti Italiani. Sono d’accordo!”. Così Matteo Salvini aveva ‘sposato’ la proposta del rettore Unife, Giorgio Zauli, di abolire il numero chiuso alla facoltà di Medicina. Un tema che sarà affrontato anche durante l’imminente visita del vicepremier e ministro dell’Interno a Ferrara.

Un’approvazione importante per il rettore che desidera “ringraziare Salvini per la sua sensibilità al delicato tema dell’accesso a Medicina e Chirurgia e per la sua attenzione per la nostra Università e in particolare alla nostra richiesta di poter sperimentare una modalità di accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia alternativo ai quiz predisposti dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca”.

“Siamo in stretto contatto con il Miur per individuare lo strumento giuridico più adeguato per avviare la sperimentazione a Ferrara” ricorda Zauli, per il quale “sarà un piacere poter incontrare il vice premier in occasione della sua prossima visita nella nostra città. Avremo così la possibilità di mostrargli quanta – e di che livello – attività di ricerca e di formazione viene svolta nel nostro ateneo, orgogliosamente pubblico, generalista ed accogliente verso tutti gli studenti”.

Sulla questione interviene anche il docente Livio Zerbini, al quale “fa piacere constatare che da più parti – e non solo in ambito locale – iniziano a giungere attestazioni di sostegno alla lungimirante politica dell’Università di Ferrara di questi ultimi anni, che ha portato il nostro ateneo ad avere la maggiore crescita di immatricolazioni di studenti in termini percentuali dell’intero panorama universitario italiano, anche grazie all’apertura dei numeri chiusi, tanto che ormai a questo riguardo a livello nazionale si parla di ‘modello ferrarese’“. 

La sperimentazione per l’accesso programmato alla Facoltà di Medicina, allargandolo a 600 studenti, ha ricevuto il sostegno anche del segretario provinciale del Pd Luigi Vitellio che invita sindacati, Comune e Azienda Regionale per il Diritto allo Studio a fare una “riflessione corale” insieme agli studenti e all’Università per sostenere la politica dell’ateneo estense. 

“L’intervento di Vitellio fa particolarmente piacere – commenta Zerbini -, dal momento che poco più di un anno fa era sicuramente tra i più scettici riguardo la politica intrapresa dal nostro ateneo, ricordo in tal senso alcuni titoli del tipo “Emergenza alloggi, Vitellio: Unife ha reso un’opportunità un’emergenza” oppure dichiarazioni come “la situazione attuale, scaturita dalla decisione di abolire il numero chiuso per alcune facoltà, ha generato un grosso malcontento sia da parte delle matricole stesse che delle loro famiglie, costrette alla frenetica ricerca di immobili sfitti”. È indubbio che una crescita di tali proporzioni ha comportato alcuni disagi, ma molti sono stati gli aspetti positivi, non ultimi il deciso incremento dell’indotto economico”.

“L’Università da parte sua non è arrivata impreparata ad affrontare la sfida – ormai vinta – di essere diventata un ateneo di grandi dimensioni (oltre 20.000 studenti iscritti)” nota il docente, portando a esempio “il grande impegno profuso nel sostegno al diritto allo studio, contando in tal senso sulla fattiva collaborazione con Ergo, e sul piano della didattica, facendo importanti investimenti nella direzione della digitalizzazione e dell’applicazione delle nuove tecnologie nella prassi didattica, come sta a dimostrare il Se@ – il Centro di tecnologie per la comunicazione, l’innovazione e la didattica a distanza – divenuto un centro di eccellenza, che consente agli studenti di seguire le lezioni in streaming e di produrre materiali didattici innovativi, un servizio che poche Università in Italia possono vantare”.

“L’Università è un patrimonio di tutti e per questo è fondamentale che si consoli ulteriormente il dialogo e la condivisione con tutti quanti – è l’ultimo appello del professore -, a cominciare dalle istituzioni locali, affinché possa esprimere al meglio le sue notevoli potenzialità, non solo sul piano della didattica, ma anche della ricerca”.

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