Cronaca
5 Aprile 2019
Il legale di Cocosila e Balan: “Illogico pensare che qualcuno sia costretto a prostituirsi quando i suoi presunti aguzzini sono lontani, in Romania”

Prostituzione. Due indagati respingono le accuse

di Redazione | 2 min

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Sentenza Fiera. La Procura ricorre in Appello

Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio

Compravendita illegale di auto. Truffa da 4 milioni ai danni dello Stato

Avrebbero esportato indebitamente, principalmente tra Germania e Romania, delle automobili sottoposte a fermo amministrativo, inizialmente acquistate con la scusa di ricavare pezzi di ricambio, ottenendo così un ingiusto profitto di 247.000 euro e arrecando un danno allo Stato pari a circa 4 milioni di euro

Cocosila e Balan

Magdalena Lorenda Balan e Alexandru Costinel Cocosila respingono le accuse mosse dagli inquirenti, ovvero quello di aver cercato di espandere il controllo del giro della prostituzione, imponendo il pizzo alle donne in via Ferraresi, usando metodi violentissimi.

E lo fanno per bocca dell’avvocato che li difende, Giovanni Montalto. Il legale cerca di smontare l’impianto accusatorio della Polizia di Stato sostenendo che “è illogico pensare che qualcuno sia costretto a prostituirsi quando i suoi presunti aguzzini sono lontani, in Romania”, afferma in riferimento alle donne che vivevano e si prostituivano sia in strada che nell’appartamento di corso Porta Po che condividevano con Balan.

Una delle persone indicate dalla questura come vittima di sfruttamento, afferma inoltre l’avvocato, “è a Ferrara e sostiene che nessuno l’ha mai costretta – prosegue l’avvocato -, che non ha mai ricevuto minacce, tantomeno relativa ad aggressioni con l’acido, e che una volta ha litigato con un uomo, che però era il suo fidanzato, per motivi di gelosia”.

Eppure le intercettazioni ambientali sembrano pesare come macigni sulle responsabilità attribuite dalla procura agli indagati. “Ma da quelle intercettazioni – ribatte Montalto – emergono elementi facilmente equivocabili. Si tratta di chiacchierate in libertà di giovani ragazze, che raccontano cose volutamente esagerate”.

L’avvocato a questo punto auspica che i suoi assistiti “vengano sentiti al più presto tramite interrogatorio, in modo da rendere una versione più credibile dei fatti”.

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