Trovata morta al Grattacielo. C’è l’ombra dell’overdose
Tragedia in zona Gad, dove una giovane donna italiana è stata ritrovata senza vita in un pianerottolo della Torre A del Grattacielo
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Adescava le sue vittime in stazione, chiedendo loro un passaggio in automobile o proponendo rapporti sessuali a pagamento, e poi le rapinava del portafoglio che tenevano nelle tasche posteriori dei pantaloni
Nella nuova operazione interforze compiuta il 2 maggio su disposizione della Prefettura di Ferrara sono state impiegate sette pattuglie, nonché 14 tra agenti e militari della Questura, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale Terre Estensi
Avrebbero esportato indebitamente, principalmente tra Germania e Romania, delle automobili sottoposte a fermo amministrativo, inizialmente acquistate con la scusa di ricavare pezzi di ricambio, ottenendo così un ingiusto profitto di 247.000 euro e arrecando un danno allo Stato pari a circa 4 milioni di euro
In un'occasione, davanti agli occhi del figlio minore, l'avrebbe aggredita con spinte e calci, provocandole ferite al volto e lividi alle gambe, mentre in un'altra circostanza avrebbe provato a sferrarle un calcio allo sterno, che fortunatamente lei riuscì a evitare
di Simone Pesci
La vicenda giudiziaria che sta coinvolgendo i familiari di Giuliano Catozzi, i quali stanno chiedendo di sapere la verità sulla morte del loro caro avvenuta l’8 agosto 2015 all’ospedale di Cona per legionella, si arricchisce di un nuovo capitolo. Ad annunciarlo sono il Comitato delle Vittime della Pubblica Amministrazione e l’avvocato Vasco Sisti, che è pronto a rappresentare i familiari in ambito civile.
Occorre però fare un passo indietro. Catozzi viene ricoverato a Cona nel luglio 2015, dove resterà fino all’8 agosto, giorno nel quale morirà con sintomi di polmonite. Il 18 settembre dello stesso anno il pm della Procura di Ferrara Ciro Alberto Savino incarica il professor Massimo Montisci, direttore della medicina legale dell’Azienda ospedaliera di Padova, di redigere una consulenza tecnica medico-legale al fine di accertare le concause della morte.
Dopo una serie di contraddizioni e incongruenze emerse dalla perizia – “il nome di Catozzi risulta sostituito” e ci si aspetta ancora che “Montisci restituisca i pezzi anatomici di Catozzi” spiega il presidente del Comitato Aldo Ferrante – gli stessi familiari querelano Montisci. Il sospetto è che Giuliano Catozzi abbia contratto a Cona la legionella che gli è stata fatale – “a metà luglio gli esami svolti non evidenziavano la patologia” informa Ferrante -, e da tre anni e mezzo la figlia Sabrina e il fratello Gianni aspettano di conoscere la verità assoluta.
Il prossimo passo, quindi, è affidato all’avvocato Sisti. “La perizia presenta errori macroscopici, si menziona un’altra persona, deceduta in un altro periodo e in un’altra zona con altre modalità” premette il legale, riferendosi al documento redatto da Montisci. Un nuovo fascicolo, quindi, sarà presto sul tavolo del Tribunale civile di Ferrara, affinché “venga nominato ad hoc un consulente medico legale che predisponga, rediga e stili una nuova perizia e che, finalmente, ci spieghi una volta per tutte per quale ragione il povero Giuliano Catozzi è morto” chiarisce Sisti.
E ancora: “Chiederemo che il consulente sia super partes, e che venga nominato fuori provincia, o addirittura da fuori Regione, perché sia finalmente scevro da ogni errore o disattenzione”. Dopo tre anni e mezzo è giunto il momento di “mettere punti fermi in una vicenda ancora troppo nebulosa”.
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