Sembra piacere a tutti l’ordinanza del 15 marzo con la quale il Tar del Lazio – sul ricorso della Camera di commercio di Pavia contro la legislazione sulle fusioni – ha deciso di mandare gli atti alla Consulta per un giudizio sulla costituzionalità perfino sulla legge di delega della riforma.
Dal Pd alla Lega, passando per Forza Italia – ovviamente con toni e prospettive differenti – sembrano tutti essere d’accordo sulla necessità di non procedere alle fusioni e in particolare a quella tra la Cciaa di Ferrara e quella di Ravenna.
Per Alan Fabbri (cosnigliere regionale e candidato sindaco a Ferrara per il centrodestra), è un bene “lo stop alla fusione tra le Camere di Commercio che arriva dal Tar: il matrimonio che il Pd ha tentato di imporre avrebbe portato effetti negativi per le imprese e il territorio. La Camera di Commercio di Ferrara funziona, è un’eccellenza e deve mantenere la sua autonomia. Ci auguriamo che la Corte Costituzionale confermi l’affossamento di questo scellerato progetto, frutto del pasticcio combinato da Renzi con le province”.
“Con un’ordinanza depositata il 15 marzo, il Tar del Lazio ha sospeso l’accorpamento delle Camere di Commercio di Pavia, Cremona e Mantova e trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale – osserva la consigliera regionale dem Marcella Zappaterra -. Una notizia rilevante nell’iter di fusione anche degli enti camerali di Ferrara e Ravenna. Addirittura insinua il dubbio che l’impianto della legge possa essere incostituzionale. Ovviamente non mi spingo a fare valutazioni di tipo giuridico, ma ritengo che questa ordinanza dimostri quanto il mio sollecito alla Giunta Regionale per lo stop alla fusione di Ferrara e Ravenna fosse opportuno”.
Anche per Forza Italia, che interviene con il deputato Galeazzo Bignami e il coordinatore provinciale Matteo Fornasini, lo stop è “certamente un’ottima notizia”. “La trasmissione degli atti alla Consulta indica chiaramente che questa ‘riorganizzazione’ forzata non è nata su basi solide e con i migliori auspici, costringendo i territori a optare per accorpamenti poco graditi e che non significano, automaticamente, risparmio ed efficientamento. Anche perché la riforma incide anche su enti virtuosi come quello di Ferrara”, afferma Bignami mentre Fornasini aggiunge che “ci aspettiamo adesso azioni normative concrete da parte dell’attuale Governo, affinché l’autonomia delle Camere di Commercio venga salvaguardata”.
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