Jolanda ricorda don Pietro Rizzo assassinato dai Fascisti
Domenica scorsa, la comunità di Jolanda di Savoia e tutto il vicariato hanno voluto ricordare il parroco don Pietro Rizzo, una delle persone assassinate nell’eccidio di Goro.
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Vincitori gli alunni e le alunne della classe 4^ della scuola primaria di Pontelangorino che hanno presentato un progetto originale, multidisciplinare e totalmente in linea con quanto richiesto dal Concorso
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Le Confederazioni Nazionali di Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero generale nazionale della durata di quattro ore per giovedì 11 aprile
Continua il progetto “In biblioteca con Cadf La Fabbrica dell’Acqua” in collaborazione con le biblioteche dei Comuni del territorio
Jolanda di Savoia. Si parlerà anche di Rubens Fadini – giovane promessa del calcio natao a Jolanda di Savoia e morto nello schianto di Superga che cancellò il Grande Torino – nel documentario che Laura Gialli firmerà per Rai2.
La giornalista, dopo il documentario su Primo Levi, tornerà giovedì nel Ferrarese, tra Jolanda e Tresgiallo, per girare alcune scene del servizio dedicato al Grande Torino. L’idea dell’opera è di Stefano Muroni, che quest’anno uscirà col suo romanzo d’esordio dal titolo provvisorio “Campione per sempre” che avrà come protagonista proprio Rubens Fadini.
“Non è facile convincere Rai 2 a produrre un documentario che nasce da una tua idea – afferma Stefano Muroni -. Sono fiero, in così poco tempo, di riportare le telecamere della Rai sul nostro territorio. Saremo in via Rubens Fadini, a Jolanda, dove parlerò della storia di Rubens, e ho convinto Laura Gialli a dedicare anche qualche minuto alla Tresigallo Calcio, che quest’anno si sta preparando per il centenario”. Nel documentario Rai, Muroni parlerà del suo romanzo e della storia sconosciuta di Fadini.
Il 4 maggio del 1949, la squadra di calcio più forte del mondo, il Grande Torino, tornava da Lisbona dopo aver partecipato a una amichevole contro il Benfica. La nebbia, la stanchezza, forse un errore umano, portano l’aereo a schiantarsi contro la collina di Superga, alle porte di Torino. Periscono tutti, anche Rubens Fadini, il giocatore più giovane, quello più promettente (dicevano che sarebbe diventato il nuovo Mazzola), il più dimenticato. Fin da bambino sogna di diventare un calciatore senza essere capito dal padre, il quale lo vuole un semplice e onesto lavoratore, dopo però aver frequentato elementari e avviamento. Ma la voglia di dare calci ad un pallone è grande, e Rubens inizia di nascosto ad allenarsi nella squadra più vicina a casa, il Tresigallo Calcio, ma senza successo, essendo subito scoperto dalla famiglia. Dopo anni di malumori col padre, ricatti e violenze, i Fadini si trasferiscono a Milano per lavorare in un’azienda di funivie, ma il destino vuole che in quella fabbrica giochi la Dopolavoro calcio, dove Rubens si mette subito in mostra. Nemmeno la guerra e i bombardamenti su Milano fermeranno il sogno del ragazzo, il quale nel 1946 viene comprato dalla Gallaratese, sqaudra in provincia di Varese, in serie B. È il suo primo grande ingaggio, una meravigliosa vetrina per farsi notare. Nemmeno tre anni che il Torino gli mette gli occhi addosso. “A Gallarate il Torino ha trovato il nuovo Mazzola”, scriverà un giornalista. Sei mesi di maglia granata, dieci presenze, un gol contro il Milan – e quando Rubens non gioca il Torino perde – la partecipazione a Lisbona, la morte che lo attende a Superga.
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