
Amélie Nothomb
Le traduzioni italiane di Amélie Nothomb parlano ferrarese. Forse non tutti sanno che è una professoressa dell’Università di Ferrara, la docente di letteratura francese Isabella Mattazzi, a tradurre i romanzi, diventati veri e propri bestseller, di una delle più rinomate scrittrici francofone.
È proprio in virtù di questo legame letterario che un’autrice leggendaria come Nothomb verrà a Ferrara per presentare il suo ultimo libro, il ventisettesimo scritto in altrettanti anni, “I nomi epiceni”, in uscita il 21 febbraio per la casa editrice Voland.
Un appuntamento irripetibile, aperto a tutta la città e agli studenti Unife, in programma mercoledì 27 febbraio alle 10.30 nel salone d’onore della Pinacoteca Nazionale a Palazzo dei Diamanti, in corso Ercole I D’Este, 21.

Isabella Mattazzi
All’incontro interverranno appunto la sua traduttrice Isabella Mattazzi e Massimo Maisto, vicesindaco di Ferrara con delega a Cultura, Turismo, Giovani e Città Universitaria.
Nata nel 1967 a Kobe, Giappone, Amélie Nothomb trascorre l’infanzia e la giovinezza in vari paesi dell’Asia e dell’America, seguendo il padre diplomatico nei suoi cambiamenti di sede. Stabilitasi in seguito in Francia, propone un suo manoscritto alla storica casa editrice Albin Michel. “Igiene dell’assassino” esce il 1° settembre del ’92 proponendosi fin da subito come uno dei titoli più interessanti della narrativa francofona contemporanea.
Da allora pubblica un libro l’anno, scalando a ogni nuova uscita le classifiche di vendita. Ha ottenuto numerosi premi letterari tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per “Stupore e tremori”, il Prix de Flore per “Né di Eva né di Adamo” ‒ da cui nel 2015 è stato tratto il film “Il fascino indiscreto dell’amore” di Stefan Liberski ‒ e due volte il Prix du Jury Jean Giono per “Le Catilinarie e Causa di forza maggiore”. Oggi vive tra Parigi e Bruxelles.
Le sue leggendarie manie e abitudini ne hanno fatto un personaggio riconosciuto e amato come una pop star: veste regolarmente di nero, al massimo con qualche tocco di rosso, indossa bizzarri e imponenti cappelli, non usa tecnologia e scrive a mano, su quaderni che porta sempre con sé. Ma soprattutto ha un’intelligenza e uno spirito acutissimi che contribuiscono alla costruzione del mito che ora si farà conoscere anche a Ferrara.
L’ingresso è libero. L’evento non contempla l’accesso alle collezioni della Pinacoteca.
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