E niente, quando un artista è anche un genio… La finanziaria del cambiamento era già tutta qui, in quel capolavoro immortale che è Natale in Casa Cupiello… (la scena delle scarpe e del cappotto potete vederla qui)*
Luca
Mo devi stare a sentire tuo fratello: mangia forte, carne al sangue e vino rosso; e fatti delle passeggiate ‘a parte ‘o mare. Così si fa pure una pulizia nella stanza.
Pasquale
Infatti voglio uscire. Arrivo fino al Banco Lotto e torno. (con sospetto intimo mal celato) Donna Conce’, non ho potuto trovare le scarpe mie.
Concetta
E ‘e vulite ‘a me?
Pasquale
Donna Conce’: le scarpe sono sparite. (indicando il letto di Tommasino) Domandate a Nennillo…
Tommasino
(siede di scatto in mezzo al letto e affronta tutti con audacia spudorata, come per prevenire l’accusa di suo zio, che egli sa di meritare)
Nun accumminciammo! Io non ero il tipo che mi vendevo le scarpe sue!
Luca
(che conosce il modo di difendersi di suo figlio quando è in colpa, annunzia convinto) S’ha vennuto ‘e scarpe. È ladro, è ladro matricolato!
Tommasino
Io nun m’aggio vennuto niente!
Luca
Non dire bugie!
Pasquale
E io come esco? Io sono stato sette giorni a letto con febbre… e quello si vende le scarpe mie.
Luca
Pasca’, fammi la carità dopo Natale trovati una camera mobiliata… e te ne vai. Miettete cheste scarpe qua… (prende un paio di scarpe da sotto il letto e le porge a Pasquale) Dopo le feste te ne compri un altro paio e le pago io.
Pasquale
Mettetelo ‘o serraglio! Questo è un delinquente. Ma che aspettate, ca va mettendo ‘a fune ‘a notte? Uno se cocca cu ‘a febbre e se sceta senza scarpe! Perché ti sei venduto le scarpe mie? Perché?
Tommasino
Lo confesso, io le scarpe me le sono vendute… Eh, guè… Io m’aggio vennuto pure o’ cappotto!
Pasquale
Neh, Lucarie’, tu ‘o ssiente? Chillo s’ha vennuto pure ‘o cappotto… ‘O cappotto nucella.
Luca
Pasqua’ tu uno ne tieni! (esasperato) E chillo se venne o cappotto e Pasquale!
* grazie a Giuseppe Manzo per l’idea
Grazie per aver letto questo articolo...
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