
(foto di Marco Caselli)
Nelle periodo delle vacanze natalizie, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – Meis chiude solo il giorno di Natale e l’1 gennaio, mentre in tutti gli altri giorni (dal martedì alla domenica) osserva il consueto orario di apertura, dalle 10 alle 18.
In Via Piangipane 81, a Ferrara, il pubblico può visitare “Il Giardino che non c’è”, la mostra di Dani Karavan ispirata al “Giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani, che sotto il regime fascista fu detenuto proprio nel carcere poi trasformato in Meis.
Accanto al manoscritto originale del romanzo, il modello del Giardino e diversi materiali dell’installazione pensata da Karavan per la città di Ferrara, in un itinerario che si snoda intorno al messaggio dell’importanza della libertà contro ogni forma di discriminazione.
A introdurre il pubblico ai temi del museo è lo spettacolo multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani”: duemiladuecento anni di storia e cultura italiana attraverso lo sguardo dei suoi ebrei, in un volo d’uccello cronologico ed esperienziale di ventiquattro minuti.
L’installazione indaga in tono divulgativo il ruolo dei pregiudizi, l’origine della discriminazione, il controverso legame con la Chiesa cattolica, i grandi spostamenti del popolo ebraico, il significato del ghetto, la partecipazione degli ebrei italiani a momenti cruciali della vita nazionale, le pagine di convivenza felice e quelle più drammatiche.
Come uno zoom, il percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” guida, poi, alla scoperta del primo capitolo della vicenda del popolo ebraico nella Penisola. La narrazione individua le aree della sua origine e dispersione, e ripercorre le rotte dell’esilio verso il Mediterraneo occidentale attraverso i contributi video di alcuni esperti, oggetti preziosi e rari, pause immersive, inserti multimediali, ricostruzioni – il Tempio di Gerusalemme, l’Arco di Tito, le catacombe ebraiche, le sinagoghe di Ostia e Bova Marina –, suoni e musiche. Documenta la permanenza a Roma e nel sud, parla di migrazione, schiavitù, integrazione e intolleranza religiosa, in rapporto sia al mondo pagano che a quello cristiano. Segue la fioritura dell’ebraismo nell’Italia meridionale del Medioevo, prima della sua espulsione, e poi il precisarsi di una cultura ebraica italiana in tutto il Paese.
Tra le offerte del Meis, anche il “Giardino delle domande”, sostenibile e unico in Italia, dove crescono alcune piante bibliche – ulivi e melograni – e poi l’alloro, il mirto, il timo, la lavanda e la maggiorana, cioè le piante aromatiche utilizzate per la havdalah, la preghiera che si recita al termine dello Shabbat, per segnare simbolicamente il passaggio da un giorno festivo e di riposo a quelli feriali. Quattro percorsi illustrano le regole della casherut, la normativa ebraica sull’alimentazione, con particolare riferimento all’uso di carne, latte, pesce e uova.
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