Politica
21 Dicembre 2018
Il sindaco difende la sua amministrazione in consiglio dopo il voto del Dup. "Nonostante la crisi risparmiato e investito tanto, le imprese si insediano e il reddito medio cresce"

Tagliani: “In questi nove anni valorizzato tutto il possibile”

di Redazione | 5 min

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Il picco della seduta di giovedì del consiglio comunale, dedicata sempre alla maratona per l’approvazione del bilancio di previsione e dei suoi documenti collegati, arriva poco dopo le quattro. L’assise è già riunita da un’ora e mezza, è passato a maggioranza il Dup e così anche gli emendamenti chiesti dal sindaco — solo quelli, su questo documento l’opposizione non ne ha presentati, concentrandosi sul bilancio di previsione — ma tra le polemiche di un’opposizione che fa di ‘visione’, o meglio della sua mancanza, la parola chiave.

“Questo documento è la fotocopia degli anni passati”, commenta il capogruppo di Forza Italia Vittorio Anselmi. “Invariati gli obiettivi di bilancio e strategici, questo Dup non ha abbastanza visione e coraggio: è raddoppiata la povertà e alcune realtà economiche sembrano edulcolorate”, attacca Fochi dei 5 Stelle, mentre per Alessandro Balboni si tratta addirittura di “un rituale, perché manca una visione su come debba essere la città ad esempio tra vent’anni. Il documento di programmazione è in continuità anche in questa catteristica”. “Per le frazioni c’è sempre meno. È vero che la magnificenza di Ferrara è nel centro storico ma non dobbiamo ringraziare voi, ce l’hanno lasciata gli Estensi”, conclude Cavicchi della Lega.

In questo contesto, a difendere il lavoro fatto c’è solo qualche consigliere del Pd — come Cristofori, che parla di “visione lungimitante e coraggiosa” — e l’assessore Vaccari che ricorda di come il documento vada presentato entro Agosto e quindi “noi lasciamo qualcosa che possa far funzionare la macchina senza scossoni augurandoci che le elezioni e l’insediamento del nuovo consiglio possano concludersi rapidamente”.

È in questo clima, subito dopo il voto e prima della presentazione tecnica del bilancio di previsione, che Tagliani decide di parlare. Per la marcatura temporale, tra il voto sul Dup e la relazione di Vaccari, e per il contenuto del suo discorso le sue parole sembrano quelle di una presentazione politica, e non tecnica, del bilancio di previsione mista a un’analisi del suo mandato ormai in scadenza. “Sento sempre dire che manca una visione strategica. Vi ricordate dove siamo partiti? Era il 2009, gli anni in cui l’economia andava bene, la gente andava a mangiare fuori tutti i weekend e le banche erano talmente solide che si parlava di una Robin Tax per aiutare il governo a sopprimere l’Imu sulla prima casa. Dopo pochi mesi chi si trovava a governare un ente locale si è trovato a fare i conti con la peggiore crisi finanziaria che abbia toccato l’occidente dal 1929”, esordisce.

Il primo cittadino parla per quasi un’ora in un’aula attenta e silente, e sebbene i personalismi e i funambolismi di solito cessino quando è lui ad indirizzare l’assemblea questa volta il contrasto si fa ancora più marcato. “Abbiamo dovuto prendere misure per compensare la spending review, cioè i tagli arrivati dopo l’approvazione del fiscal compact che portò a un blocco degli investimenti per gli enti locali. Venivamo da anni dove la città d’arte e cultura aveva già fatto una respirazione artificiale a parte del settore economico della città. Il centro storico ad esempio, nelle strutture ricettive e di ristorazione, non ha una capacità autonoma ma ha bisogno dell’amministrazione pubblica, tanto che ci chiesero di organizzare eventi internazionale ulteriori per non avere mesi scoperti. Venivamo dallo spendere ogni mese più di un milione di euro di interessi sul debito, che era enorme così come il carico sulla parte corrente, e lì ci trovammo a tagliare spese che non fossero i servizi. La prendemmo talmente sul serio che in questi anni abbiamo risparmiato 90 milioni, lasciandone a disposizione della città circa 3 ogni anno”, continua, ricordando poi le casse da morto portate dai dipendenti delle coop edili fallite e il terremoto “che ha fatto crollare gli incassi turistici, e nonostante questo abbiamo firmato 800 ordinanze e smaltite oltre 400 con uno dei migliori risultati di performance”.

“Non siamo rimasti fermi, abbiamo fatto convergere decine di milioni di investimenti che non sono passati dal nostro bilancio per dare lavoro. Con l’Ordine degli architetti abbiamo riqualificato la palazzina del Mof, con l’associazione piccole imprese abbiamo riqualificato la sede dei Vigili del Fuoco. Pensate a Ibo, pensate all’ex Banzi. Tutto ciò che era possibile valorizzare è stato fatto. Col cappello in mano siamo andati da Anas e abbiamo chiuso la tangenziale Ovest, dalla CDP e abbiamo chiuso l’operazione Palaspecchi, in Regione e abbiamo ottenuto milioni per l’impiantistica sportiva, dal MiBact e portato a casa i soldi per la Cattedrale e il Ducato Estense. Questa mole enorme di attività non può essere bollata come statica, non si parla di cose che stanno sulla carta, si parla di cantieri. A Ferrara, dice il Sole 24 Ore, cresce il reddito medio pro capite. Abbiamo recuperato 3 punti percentuali di disoccupazione. Questa è la direzione di un’economia che riprende in un contesto come questo dove per di più in provincia i Comuni perdono residenti e anche Ferrara ne perde mille l’anno nel saldo nati-morti. Ecco cos’è successo in nove anni di amministrazione”, conclude il primo cittadino che cita anche gli allargamenti e i nuovi insediamenti produttivi sia nella ristorazione che nel manifatturiero.

Si passa quindi alla relazione di Vaccari, e poi alla presentazione delle risoluzioni e degli emendamenti. Solo le risoluzioni sono una quindicina: il Pd chiede contributi per i senza fissa dimora, il supporto dei progetti di cittadinanza attiva, la messa in sicurezza delle biciclette dei dipendenti comunali, facilitazioni sulla Tari per le associazioni, la digitalizzazione delle pratiche edilizie, manutenzione degli edifici scolastici e fondi per il quarto turno degli agenti della Municipale tra le altre cose, mentre i Cinque Stelle invece propongono una piattaforma di ‘consultazione digitale della cittadinanza’. Il centrodestra invece si concentra sugli emendamenti: Fratelli d’Italia ne presenta quattro — sul canile, le gravidanze difficili, il contrasto all’uso di droghe da parte dei giovani e il sostegno alla città universitaria — e Forza Italia altri cinque a favore di imprese e artigiani che assumono, che si insediano in ‘quartieri maggiormente a rischio insicurezza’, progetti di start-up e in favore delle dotazioni e della formazione degli agenti della Municipale e del consorzio Visit Ferrara. Il Pd infine chiede 50mila euro per il collegamento tra città e frazioni.

Per la loro discussione, però, insieme con il voto definitivo sul bilancio, ci sarà tempo venerdì, con l’ultima riunione del consiglio comunale del 2018.

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