Cento
11 Dicembre 2018
Il database è online sul sito della Fondazione Caricento. Amelio: "Il patrimonio non va solo conservato ma divulgato"

Le incisioni del Guercino a portata di click

di Redazione | 3 min

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Cento. È ora facilmente consultabile, con un click sul sito della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, l’intera collezione di incisioni delle opere del Guercino realizzate da noti incisori quali Bartolozzi, Bartsch, Curti, Gatti, Mattioli, Pasqualini, Piranesi e tanti altri. Il database online è stato infatti presentato nell’ambito dell’Autunno Guerciniano.

«Quando nel 2008 la Fondazione Carice acquistò le 1080 incisioni da Alberto e Sandra Alberghini fece un’operazione di straordinaria importanza a tutela del patrimonio culturale centese – ha aperto Salvatore Amelio, presidente del centro Studi Internazionale ‘Il Guercino’ -. Furono organizzate mostre, pubblicato un volume, scattate foto ad alta definizione e costruiti appositi contenitori per una migliore conservazione. Un simile patrimonio però deve essere non solo conservato, ma anche studiato e per questo è necessario agevolarne la fruizione: il database sarà sicuramente il mezzo migliore per divulgare questa collezione unica al modo, perché raccoglie tre secoli di incisioni delle opere del Guercino».

Guercino non si impegnò molto nell’arte incisoria, ma possedeva una ricca collezione di incisioni, ospitò nella sua bottega l’incisore centese Giovanni Battista Pasqualini e affidò all’incisore piacentino Oliviero Gatti 22 disegni di anatomia per realizzare una sorta di libro per gli studenti dell’Accademia del Nudo che aprì nel 1616 a casa Fabbri. Era quindi consapevole dell’importanza delle incisioni nel promuovere la sua attività artistica. E anche nel ‘700 e ‘800 tanti autori trasferirono con questa tecnica le opere del maestro di Cento.

«Questa è una giornata importante: in questi anni abbiamo cercato di attuare un progetto che chiamiamo di ‘visibilità’ – ha introdotto Gianni Cerioli, coordinatore della Commissione Arte della Fondazione -. Abbiamo delle opere custodite in cassetti e in caveaux, ma in realtà sono state comprate per un altro scopo: per farle vedere, perché l’arte ha bisogno di essere vista. Abbiamo cominciato a portarle fuori, come le stampe del Guercino prestate in comodato d’uso alla Fondazione Teatro Borgatti e i quadri di Bonzagni tornati in Gam, dove è stata allestita una sala speciale del Museo Parmeggiani».

Come fare conoscere le incisioni, acquisite e fotografate? La maniera più immediata è metterle online: 1033 sono a disposizione di centesi, appassionati e studiosi. «Da qui parte ora un’altra sfida – aggiunge Cerioli -: queste opere non sono corredate da una scheda tecnica e sarebbe bello che se occupassero degli esperti, che cominciasse un lavora a tappeto e in rete specificamente sulle incisioni, da cui potrebbero emergere nuove scoperte».

L’avventura ha preso il via nel 2018, contemporaneamente allo sbarco degli Uffizi sul web con le loro collezioni d’arte e all’operazione del museo Van Gogh di Amsterdam che ha reso i dipinti scaricabili ad altissima risoluzione gratuitamente. La società centese Raizen che, con Alice Pignatti e Giovanni Ansaloni, ha ideato l’architettura informatica su poggiano le basi del data base online.

«L’obiettivo è rendere disponibili le incisioni a quante più persone possibili, utilizzando il www, trasformando in digitale il cartaceo di complessa consultazione, favorendone peraltro la conservazione – ha illustrato Elena Melloni della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento -. Si sono digitalizzate le immagini, il segno antico. Per l’inserimento si è scelta la piattaforma Imago, un sistema di archiviazione che raccoglie 26 collezioni regionali. I file sono liberi, facilmente scaricabili e visualizzabili. L’immagine è al sicuro e fruibile, dunque. La catalogazione propone una numerazione, nome dell’autore incisore, il titolo, le dimensioni ed eventuali iscrizioni: in futuro si spera di aggiungere la tecnica, le attribuzioni, i titoli mancanti, la storia e i collegamenti. Nel processo di digitalizzazione si è scelto di operare all’interno della Fondazione, data la fragilità, e attraverso la fotografia a luce riflessa o quando possibile naturale, non allo scanner».

In chiusura gli interessanti aneddoti dei coniugi Alberghini sulla raccolta delle incisioni che ha comportato 35 anni di ricerca. Le opere sono visibili sul sito della Fondazione www.fondazionecrcento.it selezionando dal menù Opere d’Arte/Collezione incisioni.

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