Poggio Renatico
2 Dicembre 2018
Per il dg dell'Asl di Ferrara Claudio Vagnini "Un salto di qualità importantissimo"

Inaugurata la medicina di rete a Poggio Renatico

di Redazione | 4 min

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Poggio Renatico. È stata inaugurata sabato mattina — almeno in via ufficiale, essendo operativa ormai da quasi due mesi — la medicina di rete di Poggio Renatico, ovvero un unico locale ricavato da un’ex sezione delle scuole materne in via Salvo D’Acquisto che raggruppa i medici di medicina generale, infermieri e segretarie per ampliare l’offerta precedente, offrendo ad esempio la reperibilità in loco di un medico per almeno 9 ore al giorno,  e sgravando al contempo i dottori da una serie di lavori di back-office che portavano via tempo alle attività di cura. Il tutto mentre ritorna, dopo circa un anno di assenza dovuti a problemi strutturali dell’immobile che lo ospitava in precedenza, delle prenotazioni Cup.

“Siamo arrivati qui grazie alla scuola, perché per far fronte a un boom di nascite nel 2010 è stato necessario attivare una sezione aggiuntiva in quello che era lo spazio mensa poi riadattato”, ha spiegato il sindaco di Poggio Daniele Garuti durante una cerimonia all’auditorium delle scuole medie che poi prosegue: “Le nascite però sono diminuite, e si è presentata questa opportunità: le strutture potevano essere riadattate in via transitoria come spazi per la medicina di grupo in attesa che, a ricostruzione compeltata, questa possa essere trasferita all’interno del Castello Lambertini. Con le scuole abbiamo quindi iniziato un ragionamento e sono stati fatti sacrifici per eliminare quella sezione; sacrifici che si sono trasformati in un’utilità per tutta la comunità. Per molto tempo abbiamo sofferto la centralizzazione dei servizi, ma ora è cambiato il vento e l’oiettico è quello di riportarli in periferia. Dobbiamo ringraziare i medici che hanno creduto in questa avventura, e questo non è un punto d’arrivo ma di partenza”.

Di “salto di qualità importantissimo” parla invece il dg dell’Asl di Ferrara Claudio Vagnini, che spiega come il lavoro si incentri sulle malattie croniche e all’integrazione dei servizi. “Se si vuole dare una risposta ai cittadini non si può lasciare tuto in mano ai singoli, perché non ce la si fa. Quello è il lavoro sostanziale. Nei primi mesi del prossimo anno inaugureremo la casa dela salute di Bondeno, e sono tutti passi che stiamo compiendo per cercare di venire incontro alle problematiche che affrontano i cittadini di una provincia estesissima e parcellizzata: pensare di doversi spostare tutti al centro per delle cure primarie è follia, anche se il discorso è diverso per quelle specialistiche”.

Poco dopo Vagnini tocca il tema della scarsità dei professionisti della sanità che sta mettendo a dura prova il sistema sanitaria. “Non ci sono i medici, ne parliamo da decenni. Ne laureiamo troppo pochi, ancora meno completano la specialistica. Abbiamo fatto un salto di qualità l’anno scorso facendo partire la scuola per i medici di medicina generale all’interno dell’Asl di Ferrara, e questo sarà importantissimo perché saranno ragazzi che verranno formati qui e rimarranno qui. Siamo tutti molto anziani, diversi medici a breve andranno in pensione e dobbiamo avere dei giovani per evitare di rischiare un buco: ho 3mila dipendenti ma sono appena sufficienti a una popolazione che è 100 volte tanto”, è il commento, mentre per quanto riguarda la medicina di rete questa “offre nuove prospettive, anche grazie alla presenza degli infermieri. Oggi è la giornata mondiale della lotta all’Aids, che è una malattia ancora diffusa, e per la quale fare prevenzione significa educare alla sessualità. I ragazzi di oggi che vengono diagnosticati come HIV positivi hanno contestualmente anche la sifilide, che era scomparsa in Italia, mentre i farmacisti ci dicono che non si vendono più preservativi nonostante vengano offerti anche gratuitamente. Per questo ad esempio le prospettive di sviluppo sono tante”.

“Quattro medici in gruppo danno una risposta come se fossero sei singoli”, racconta invece Anna Maria Ferraresi, direttrice del distretto ovest dell’azienda sanitaria estense, per la quale “stiamo costruendo un back-office che ci permette di parlare di casi complessi che altrimenti non riusciremmo ad aiutare”. Di “grande successo” parla poi anche Sandro Guerra, direttore del dipartimento di cure primarie, che loda la “volontà di aggregazione senza la quale la medicina di gruppo non può esistere”, anche perché “ai bandi non si presenta più nessuno, e li facciamo per assumere a tempo indeterminato, per la vita. Non è cattiveria non offrire i servizi”, quanto piuttosto una questione di risorse. Solo al momento, infatti, mancano 5 operatori al pronto soccorso del Sant’Anna, 3 alla medicina interna dello stesso ospedale e altrettanti per l’assistenza pediatrica, oltre a 4 specialisti ciascuno per anestesia, ortopedia, ginecologia, radiologia e geriatria più qualche altro professionista sparso tra le professioni, solo per fare un esempio.

A dare qualche numero, infine, è Luca Catapano, medico di medicina generale di Poggio Renatico: “Lavoriamo da due mesi e offriamo 9 ore di apertura dei servizi medici al giorno oltre alla segreteria centralizzata e al Cup, il quale solo a ottobre ha erogato circa 900 prestazioni. L’anno prossimo abbiamo il proposito di assumere una nostra infermiera per rafforzare il servizio e speriamo che i prossimi medici che arriveranno a partire dalla metà del prossimo anno per sostituire i medici che andranno in pensione si uniscano a noi”.

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