Politica
30 Novembre 2018
Raccolta firme per rinviare l'obbligo per le imprese e non sottoscrivere un "patto scellerato" per l'immigrazione

FdI in piazza contro Global Compact e fatturazione elettronica

di Redazione | 3 min

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Doppia raccolta firme contro il Global Compact e la fatturazione elettronica. È quella lanciata da Fratelli d’Italia per sabato 1 dicembre al bar interno del palazzo della Borsa, al banchetto aperto dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17. Parteciperà il senatore Alberto Balboni.

Il primo no è quello contro la fatturazione elettronica, obbligatoria dal 1° gennaio, per la quale FdI chiede che sia obbligatoria solo per le prestazioni di importo superiore a 10mila euro e che sia posticipata per le piccole imprese al 2022.

“Uno dei principali appelli lanciato da chi fa impresa, alla politica, è: «meno burocrazia, norme semplici e facilmente comprensibili – sostanzialmente – lasciateci lavorare» – riporta Alberto Carion del dipartimento Attività economiche FdI -. Appello puntualmente disatteso con la fatturazione elettronica che, in un contesto storico economico di prolungata recessione, andrà ulteriormente a complicare la vita al popolo delle partite Iva”.

“Oltretutto, in Europa solo il Portogallo la applica e l’Unione europea stessa non la chiede – prosegue Carion -. Le piccole medie imprese dovranno così affrontare ulteriori costi per la strumentazione e nuova burocrazia. L’effetto sperato di combattere l’evasione rimarrà una chimera, piuttosto, crescerà il nero di tutti coloro che, negli angoli meno informatizzati del paese, non sapranno far fronte alla nuova sfida”.

Inoltre, “il garante della privacy ha posto forti preoccupazioni circa il rischio di accesso e usi impropri dei dati sensibili economici nel Paese. Ma ciò che lascia più sconcertati è che la principale preoccupazione del Ministero non sembra tanto essere che il nuovo sistema vada a regime senza conseguenze per i diretti interessati, ma piuttosto il garantirsi i 2 miliardi di gettito previsti dall’introduzione della nuova normativa”.

“In un momento cioè in cui si dovrebbe agevolare il più possibile la vita delle imprese, per facilitare l’occupazione e una ripresa che non decolla – la chiosa di Carion – si adottano provvedimenti epocali che magari andavano programmati con più tempo a disposizione e in un altro contesto di congiuntura economica. Fratelli d’Italia dunque dice ‘no’ all’obbligo della fatturazione elettronica e ne chiede il suo immediato rinvio”.

Mauro Malaguti, coordinatore provinciale Fratelli d’Italia, spiega invece le ragioni del no al Global Compact, il patto globale delle Nazioni Unite che sancisce l’immigrazione come diritto fondamentale dell’essere umano. “Sottoscriverlo – assicura Malaguti – significa non poter fare più alcuna politica di controllo dei flussi migratori. Significa che le Nazioni Unite, ogni qual volta prenderemo un provvedimento per mettere in sicurezza i nostri confini, potranno redarguirci e, magari, in futuro pensare anche a nuove forme di ‘procedure di infrazione’ come quelle che l’Europa ogni tanto ci vuole gentilmente comminare quando non siamo del tutto obbedienti”.

“Significa una ulteriore perdita di sovranità del popolo italiano di fronte ad una globalizzazione sempre più selvaggia – continua il coordinatore FdI -. Ma l’unione dei popoli deve avvenire nel reciproco rispetto, non con forzate prevaricazioni. Significa una ulteriore abdicazione sulle nostre tradizioni, usi e costumi, con una progressiva rinuncia al nostro secolare stile di vita conquistato per noi dalle generazioni che ci hanno preceduto. Significa cancellare ciò per cui i nostri nonni e i nostri padri hanno dato la vita: la patria. Come Stati Uniti, Austria, Polonia, Ungheria, Svizzera e Australia il Governo non deve prestarsi a questa ulteriore perdita di sovranità, non deve firmare questo patto scellerato”.

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