Politica
22 Novembre 2018
Maggioranza e opposizione ancora divise al termine di un teso dibattito in cui politica e giurisprudenza si sono più volte incrociate

Caso Holding: in commissione per fare chiarezza, ma ognuno rimane sulle proprie idee

di Ruggero Veronese | 4 min

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Sono state due ore di grande tensione quelle che hanno visto lo svolgimento della commissione consigliare sul “Caso Holding”, con maggioranza e opposizione pronte a rinfacciarsi accuse e sospetti reciproci nella sala del consiglio comunale.

Nonostante le rassicurazioni di appena un giorno prima del sindaco Tagliani – che in conferenza stampa ha dichiarato che non ci fu alcuna violazione della legge Madia nell’assunzione a tempo indeterminato di un’impiegata nella Holding Ferrara Servizi -, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si presentano infatti più agguerriti che mai e decisi a dimostrare in punta di diritto la violazione della norma.

Dopo un paio d’ore di infuocato dibattito, maggioranza e opposizione si lasciano ognuna ancora convinta delle proprie ragioni. Che in realtà possono essere sintetizzate abbastanza facilmente: per la legge Madia, le società a controllo pubblico non potevano fare nuove assunzioni a tempo indeterminato fino al 30 giugno, e la nuova dipendente della holding firmò il suo contratto solo il 16 luglio. Quindi per la maggioranza non c’è alcuna violazione della norma, visto che fa fede l’istante dell’assunzione, mentre l’opposizione contesta che l’iter che portò alla firma in realtà era iniziato già in marzo, quando il presidente della holding Paolo Paramucchi presentò per la prima volta la proposta al cda.

Chi ha ragione? Impossibile dare una risposta certa: da un lato è stato proprio il sindaco Tagliani a chiedere alle autorità di fare chiarezza sulla vicenda, attraverso un esposto in procura in primavera, dopo la pubblicazione dei primi articoli sulla vicenda, senza che gli inquirenti rilevassero alcuna irregolarità. Sul fronte opposto Matteo Fornasini di Forza Italia cita come prova una lettera ricevuta dall’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) secondo cui la holding avrebbe dovuto chiedere un’autorizzazione e una deroga alla legge Madia.

Tra le due opposte tesi, c’è chi come il consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Balboni concentra le critiche alla holding – e di conseguenza all’amministrazione -a questioni di “opportunità politica”: non è un mistero infatti che la dipendente assunta a tempo indeterminato lavorasse già con le stesse mansioni, ma con contratto precario, all’interno della holding, e che l’annuncio relativo alla sua posizione sia apparso per due settimane sul sito Open Job raccogliendo solo la sua candidatura. Circostanze sospette secondo Balboni, che non arriva a parlare di violazioni ma parla di una “normativa elusa nel più breve tempo possibile per poter assumere una persona”.

In un dibattito in cui si andavano pericolosamente a incrociare politica e giurisprudenza, non sono certo mancate dichiarazioni che sono uscite dai ranghi del normale dibattito. Che il clima fosse teso si era capito fin dalle prime battute, quando il presidente della commissione Federico Balboni (unico pentastellato in aula) ha letto la richiesta da parte di un addetto stampa di poter riprendere immagini e video dell’incontro della commissione – come concesso a tutte le testate -, trovando una inaspettata opposizione da parte di diversi esponenti del centrosinistra, come Bova, Turri e Marescotti. “Chi ha qualche preoccupazione a comparire e dire le proprie opinioni in pubblico, al prossimo giro faccia a meno di candidarsi”, è la secca replica di Francesco Rendine dal fronte opposto.

Ma il momento di massima tensione è forse quello in cui Fornasini mette in discussione la neutralità degli organi di controllo della Holding Ferrara Servizi: “E’ come chiedere all’oste se il vino è buono”, afferma il consigliere sollevando la replica dell’avvocato Gian Luigi Pieraccini, presidente del collegio in questione e invitato ad assistere all’incontro odierno: “Un’affermazione gravissima”, sostiene l’avvocato, per poi spiegare compiti, funzioni e competenze dell’organo che presiede, anche in “frequente antagonismo con i vertici della società”.

Il ‘Caso Holding’, salvo nuovi e inaspettati sviluppi, probabilmente si conclude qui: con una maggioranza criticata dall’opposizione per aver ‘aggirato’ una legge per procedere con una assunzione ‘ad personam’, e che a sua volta critica gli avversari per la “ignoranza giuridica” dimostrata durante la vicenda. “Se avessi fatto quello che mi chiedeva di fare l’opposizione sui giornali – afferma Tagliani -, cioè di intervenire per annullare il bando di una società con organi indipendenti, sarei stato responsabile di abuso d’ufficio. Ho mandato tutto alla procura perchè verificassero se c’era qualche profilo di irregolarità, ma a quanto pare non c’è. Poi se c’è un ente come l’Anpal che manda comunicazioni che non conosco a Fornasini invece che a me, allora quello è un problema”.

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