Mafia nigeriana. Ultimo atto in Cassazione
Si avvicina l'ultimo atto della vicenda processuale nata dalla maxi-inchiesta sulla mafia nigeriana a Ferrara
Si avvicina l'ultimo atto della vicenda processuale nata dalla maxi-inchiesta sulla mafia nigeriana a Ferrara
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell'Ausl di Ferrara, condannandola a pagare 366.890 euro come risarcimento dei danni nei confronti dei famigliari di Cristiano Turati, il 46enne morto - il 20 ottobre 2016 - dopo il ricovero all'ospedale del Delta di Lagosanto
La Comune di Ferrara sostiene Cittadini del mondo e parteciperà all’assemblea del 7 maggio alle 18 ricordando che già dal 1993 "la città è diventata più internazionale e colorata"
Per capire come prevenire la contaminazione da Pfas, i gruppi territoriale e consiliare del Movimento 5 stelle hanno organizzato un incontro dal titolo “Acque contaminate: contro l’inquinamento da pfas per un ambiente sostenibile”, che si terrà venerdì 9 maggio nella sala refettorio di via Boccaleone 19
Un piccolo albero, forte e resistente, che continua a crescere e modificarsi: è nel suo nome l'essenza profonda di Bonsai, il festival di teatro contemporaneo ideato dall'associazione Ferrara Off che torna a Ferrara dal 9 maggio al 29 giugno
Patrizia Micai
di Giuseppe Malatesta
È ancora in prima linea l’avvocato bondenese Patrizia Micai, vent’anni dopo la vicenda dei pedofili della Bassa modenese, controversa storia giudiziaria che ha sconvolto l’esistenza di venti famiglie e dei 16 minori strappati nel 1997 dalle braccia di genitori innocenti.
Dagli studi di Matrix, su Canale 5, la Micai conferma l’intenzione di chiedere la revisione di quei processi condotti sulla base delle testimonianze di quei bambini che, dopo essere stati allontanati dalle famiglie di origine, avevano lanciato ‘accuse fotocopia’ durante i colloqui con gli assistenti sociali: riti satanici nei cimiteri, sacrifici umani e animali, abusi sessuali e pedofilia, gravi reati mai commessi che hanno portato alla sbarra i loro genitori.
“Un orrore giudiziario” lo definisce Nicola Porro, un caso su cui ha riacceso i riflettori l’inchiesta di Pablo Trinca e Alessia Rafanelli, autori della serie a puntate Veleno. “All’epoca gli assistenti sociali mi dissero che se avessi confessato gli abusi sui miei due figli me li avrebbero fatti rivedere” racconta a Matrix Roberta Barelli, una mamma cui furono tolti i figli di 2 e 5 anni, nonostante non fosse mai stata condannata perché il fatto non sussisteva.
“Non ce l’abbiamo con la categoria degli assistenti sociali – sottolinea Micai – ma con chi all’epoca portò avanti questi colloqui. Non dimentichiamoci che le vere vittime inconsapevoli sono proprio i figli allontanati dalle loro famiglie. Sappiano che nessuno ha puntato il dito contro di loro, contro chi non ha fatto più ritorno: oggi conoscono un’altra verità, nessuno aveva mai raccontato loro i processi prima d’ora”.
Determinata ad ottenere la riapertura del caso per dare giustizia a chi fu frettolosamente giudicato e condannato, Micai valuta anche denunce penali. I racconti dei bambini, plagiati, sono da rivalutare alla luce dei nuovi fatti. La Commissione Servizi Sociali competente ha nel frattempo convocato i responsabili dell’epoca, tra cui Marcello Burgoni (ex responsabile dei Servizi sociali di Mirandola) e Valeria Donati, la psicologa che interrogò i bambini.
In merito alla vicenda interviene anche Rita Bosi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali dell’Emilia Romagna, esprimendo vicinanza, comprensione e solidarietà a quanti patiscono ancora oggi le conseguenze di quei drammatici avvenimenti. Credo fondamentale – aggiunge – che quanti ricoprono ruoli importanti nei media e nelle istituzioni evitino, anche solo involontariamente, accostamenti denigratori e diffamatori tra gli avvenimenti di allora e il lavoro svolto oggi dai Servizi sociali e dagli assistenti sociali”.
“E’ bene ricordare sempre che gli assistenti sociali svolgono quotidianamente compiti delicatissimi di protezione delle famiglie, dei minori oltre che di salvaguardia dei diritti fondamentali di ogni persona. Come mobilitatori e attivatori di processi positivi, l’operato della nostra professione ha sempre l’obiettivo di tutelare, attraverso la pianificazione e la gestione di precisi piani di interventi, quei contesti familiari che si trovano in condizioni di difficoltà e marginalità sociale.”
“E’ importante che i cittadini, l’opinione pubblica e le istituzioni abbiano fiducia nei Servizi sociali e negli assistenti sociali. Se così non fosse – conclude – il danno maggiore verrebbe patito proprio dalle persone più fragili che, allontanandosi dai Servizi, non avrebbero più la possibilità di essere seguite e accompagnate nel processo di superamento delle situazioni difficili in cui si trovano momentaneamente.”
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