Politica
19 Novembre 2018
La consigliera regionale si schiera apertamente in vista del congresso: "Una persona senza padrini e con una visione più moderna della sinistra"

Marcella Zappaterra sta con Minniti: “E’ il candidato giusto per il Pd”

di Redazione | 3 min

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“Credo possa essere il candidato giusto”. La consigliera regionale Marcella Zappaterra (Pd) guarda alla fase congressuale del Partito Democratico e si augura che Marco Minniti sciolga il nodo e decida di candidarsi.

Considerazioni che Zappaterra affida alla sua pagina ufficiale Facebook colta da impulso di condividere ciò che pensa in merito al congresso e ai risultati che ne deriveranno per il partito. La consigliera è consapevole della batosta politica subita dal Pd alle elezioni e del fatto che non sia ancora riuscito a riprendersi e a individuare un leader. E spera che il congresso sia “l’occasione per definire l’orizzonte verso il quale guardare, i contenuti e le modalità con le quali esercitare la nostra azione politica nel Paese”. “Un’azione – dice – che dovrà contrastare la deriva populista in atto e che, proprio per questo, dovrà essere forte e coesa, capace di immaginare un’Italia diversa, un’Italia che non si allea con forze xenofobe e di destra, che sceglie amici diversi da Trump e Putin, che non cerca la propria identità nelle paure e nell’egoismo”.

Sui tanti candidati in campo Marcella Zappaterra sostiene di non essere preoccupata: “E’ abbastanza naturale che in una fase come questa emergano tutte le diverse sensibilità che abbiamo al nostro interno, l’importante è che il confronto sia franco e si arrivi ad una sintesi senza scissioni. Ci sarà chi vuole rimettere insieme la “ditta” e chi vuole costruire un campo più largo con molte facce nuove, chi ammicca ai 5S e chi li considera avversari da contrastare. Discuteremo. Il leader però è un tutt’uno con la proposta politica e tra i candidati manca ancora quello che mi convince di più: Marco Minniti”.

I motivi di questa sua preferenza verso Minniti è presto spiegata: “Minniti mi sembra un buon candidato perché ha mostrato di avere spessore politico e un forte senso delle istituzioni. E’ un riformista vero, non ha una visione personalistica della politica e pur essendo sulla scena da tempo si è sempre tenuto alla larga dalle correnti, anche quando pareva non se ne potesse fare a meno. Ha sempre rivendicato una propria autonomia, quando era vicino a D’Alema (nella sua fase riformista) come quando era ministro del governo Gentiloni. È stato uno dei primi a porre questioni cruciali come quella della sicurezza e lo ha fatto dimostrando che la sinistra può affrontare questo tema in modo efficace mantenendo saldi quei valori che le appartengono: umanità, solidarietà, apertura nei confronti del diverso. Insomma, in una fase cruciale come questa, una persona senza padrini, mai divisiva, con una visione più moderna della sinistra, che pensa ad una sinistra meno aristocratica e più vicina alle persone e alle loro aspettative, credo possa essere il candidato giusto”.

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