
Il giovane Aldo Ferraresi
Pola, Politeama Ciscutti, ora Teatro nazionale istriano, 27 ottobre 2018. La prima esecuzione storica a Pola del Concerto per violino e orchestra di Antonio Illersberg (1882-1953), per l’arco caldo della giovane Laura Bortolotto, diretta da Adriano Martinolli d’Arcy, nel luogo cioè dove il Concerto fu pensato e composto nel 1906 dal giovane autore, allora in ruolo alla Marina Austriaca, ha suscitato in me ricordi, fantasmi, suggestioni.
In questi giorni poi una colta musicologa croata, Lada Durakovic, già autrice di uno dei pochissimi ricordi di Illersberg, mi ha inviato copie di giornali di Pola (L’Azione) dell’aprile del 1922, descriventi mirabilie di due concerti nello stesso Politeama Ciscutti per l’arco del non ancora ventenne nostro Aldo Ferraresi, la cui aura ancora ispira quei luoghi. Si tratta di due serate in cui Aldo propose composizioni di Paganini, il “tenore” Paganini! come lo definivano Vieuxtemps e Ysaye: il Capriccio n.24, Le Streghe e Nel cor più non mi sento, suo cavallo di battaglia fino al termine di carriera.
Ma propose anche, e qui la suggestione si rafforza, il Concerto n.1 in si minore di Alfredo d’Ambrosio, della cui esecuzione con orchestra è traccia perenne nel cd prodotto recentemente dalla taiwanese Rhine Classic grazie al lavoro di Emilio Pessina. Concerto, questo di d’Ambrosio, che noi come Comitato per i Grandi Maestri di Ferrara facemmo eseguire il 7 ottobre 2018 a Lucca proprio da Laura Bortolotto, aggiungendovi il magnifico inaudito Concerto in sol minore sempre di d’Ambrosio, per l’arco “ferraresiano” di Christian Sebastianutto, oggetto entrambi di un prossimo Dvd della casa ungherese Achord Pictures.
Tutto si tiene quando l’arte dei Grandi ispira e stende un velo di protezione e affetto sui giovani nostri artisti italiani, alla cui promozione noi da anni dedichiamo il nostro impegno.
Per la cronaca il non ventenne Ferraresi fu a Pola paragonato tranquillamente al Vecsey, al Kubelik, cioè ai vertici del violinismo di allora, “anche se nella sua Ferrara passa per un… bravissimo ragazzo”. Nihil sub sole novi.
Gianluca La Villa