The Great Swing Night con Gianni Cazzola in concerto
Sabato 11 maggio, allo Spirito di Vigarano Mainarda, arriva il Gianni Cazzola Hammond Trio, nel concerto The Great Swing Night
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Oltre ai restauri della Cineteca di Bologna, Arci Ferrara prosegue la programmazione del Cinema Boldini in Sala Estense. Il primo appuntamento domenica 12 maggio con la proiezione di Careseekers – in cerca di Cura
Sarà la classe 1B “Chimica, Materiali e Biotecnologie” dell’Iis Copernico – Carpeggiani, giovedì 9 maggio alle 20.30, a prendere in mano la bacchetta e salire sul podio del Teatro Comunale di Ferrara per dirigere una vera orchestra
Il Conservatorio Frescobaldi inaugura giovedì 9 maggio, presso il Museo di Casa Romei, un ciclo di dieci concerti che vedranno protagonisti i migliori studenti del dipartimento classico del Conservatorio
Rossini flambé del Teatro Due Mondi, che mercoledì 8 maggio alle ore 21 sarà in scena in piazzetta San Nicolò, a Ferrara, nell’ambito di Rabicano | Festival Internazionale del Teatro per gli Spazi Aperti a cura di Teatro Nucleo
di Federica Pezzoli
Dame la mano y danzaremos;
dame la mano y me amarás.
Como una sola flor seremos,
como una flor, y nada más…
El mismo verso cantaremos,
al mismo paso bailarás.
Como una espiga ondularemos,
como una espiga, y nada más.
Te llamas Rosa y yo Esperanza;
pero tu nombre olvidarás,
porque seremos una danza
en la colina y nada más…
Un universo femminile, donne che raccontano e interpretano donne: è la nuova versione di “Dame la mano” di Cora Herrendorf, maestra di teatro, regista e co-fondatrice di Teatro Nucleo, il nuovo stadio di un lungo percorso di ricerca che dura dagli anni Ottanta.
È una ricerca che viene da lontano, quella di “Dame la mano”: il primo montaggio, ispirato a “Le Serve” di Jean Genet, era interpretato da Paolo Nani e Antonio Tassinari, seguendo così la volontà dell’autore stesso di portare in scena una femminilità senza femmina. Oggi, in un clima sociale e politico che tende a legittimare offese e violenze di impronta maschilista, le regista prende posizione affidando, invece, l’interpretazione a due attrici: Natasha Czertok e Martina Pagliucoli.
Nel frattempo al testo di Genet si sono aggiunte poesie dell’italiana Chandra Livia Candiani, della polacca Wisława Szymborska e della cilena Gabriela Mistral, quasi che Herrendorf volesse riunire attorno a temi universali in cui riconoscersi – impotenza, rabbia, solidarietà, maternità – le sue radici e il suo lungo cammino, dall’Europa al Sud America all’Italia.
Natasha Czertok e Martina Pagliucoli partono da Solange e Claire, le due serve sorelle di Genet – a loro volta ispirate alle due serve sorelle assassine Papin – che rappresentano tutti coloro che, in modo diverso e a diverso titolo, sono oppressi, rifiutati, reietti, considerati diversi e pertanto relegati ai margini. Solange e Claire sono una falsificazione della femminilità, Natasha e Martina sono maschere, ma nello stesso tempo interpretano la radicalizzazione dell’apparenza. Poi arriva la verità, la fragilità, l’universalità della poesia di Candiani, Szymborska e Mistral. Dal bianco al nero. Come afferma Cora Herrendorf: “Attivando le ‘zone chiare’, quello che si sa, possono essere percepite le zone oscure, ciò che ancora non si conosce”.
Un rituale carosello di azioni e danza, ora giocose ora drammatiche, ora grottesche ora violente, che si intrecciano ad una sorta di puzzle poetico. Fra commedia dell’arte, teatro kabuki, poesia e musica, attraverso brandelli, metafore e citazioni, Herrendorf non sembra voler suscitare una comprensione cosciente, bensì un’empatia viscerale, sembra voler evocare memorie ed emozioni nel nostro profondo.
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