Esibizione dell’Ensemble di Musica d’Insieme diretto da Elio Pugliese
Mercoledì 17 dicembre nel salone dei concerti dell’Associazione Culturale e Scuola di Musica Musijam, si potrà assistere all’esibizione dell’Ensemble di Musica d’Insieme
Mercoledì 17 dicembre nel salone dei concerti dell’Associazione Culturale e Scuola di Musica Musijam, si potrà assistere all’esibizione dell’Ensemble di Musica d’Insieme
Dopo l’ultimo concerto sinfonico del 10 dicembre scorso, la stagione di Ferrara Musica ritorna alla musica da camera. Lunedì 15 dicembre - Teatro Comunale "Claudio Abbado", inizio alle 20.30 - è in programma un concerto davvero inedito, che affianca a un celebre brano di Mozart, il Quintetto per pianoforte e fiati K. 452, due composizioni del Novecento
Domenica 14 dicembre, alle ore 19 e in replica alle ore 21, presso il Centro Teatro Universitario andrà in scena Terra Shakespeariana, esito di un percorso laboratoriale sui personaggi di William Shakespeare, condotto da Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Per la rassegna "Serico Tonale" a cura di Istantanea, l'appuntamento è per domenica 14 dicembre alle ore 21 al Torrione con l'esibizione dell'Ensemble Forma Libera
Oggi sabato 13 dicembre, sul palco del Torrione Olivia Trummer presenta un nuovo trio che fonde pop e jazz, ispirandosi a Stevie Wonder, Joni Mitchell e Oleta Adams
di Federica Pezzoli
Dame la mano y danzaremos;
dame la mano y me amarás.
Como una sola flor seremos,
como una flor, y nada más…
El mismo verso cantaremos,
al mismo paso bailarás.
Como una espiga ondularemos,
como una espiga, y nada más.
Te llamas Rosa y yo Esperanza;
pero tu nombre olvidarás,
porque seremos una danza
en la colina y nada más…
Un universo femminile, donne che raccontano e interpretano donne: è la nuova versione di “Dame la mano” di Cora Herrendorf, maestra di teatro, regista e co-fondatrice di Teatro Nucleo, il nuovo stadio di un lungo percorso di ricerca che dura dagli anni Ottanta.
È una ricerca che viene da lontano, quella di “Dame la mano”: il primo montaggio, ispirato a “Le Serve” di Jean Genet, era interpretato da Paolo Nani e Antonio Tassinari, seguendo così la volontà dell’autore stesso di portare in scena una femminilità senza femmina. Oggi, in un clima sociale e politico che tende a legittimare offese e violenze di impronta maschilista, le regista prende posizione affidando, invece, l’interpretazione a due attrici: Natasha Czertok e Martina Pagliucoli.
Nel frattempo al testo di Genet si sono aggiunte poesie dell’italiana Chandra Livia Candiani, della polacca Wisława Szymborska e della cilena Gabriela Mistral, quasi che Herrendorf volesse riunire attorno a temi universali in cui riconoscersi – impotenza, rabbia, solidarietà, maternità – le sue radici e il suo lungo cammino, dall’Europa al Sud America all’Italia.
Natasha Czertok e Martina Pagliucoli partono da Solange e Claire, le due serve sorelle di Genet – a loro volta ispirate alle due serve sorelle assassine Papin – che rappresentano tutti coloro che, in modo diverso e a diverso titolo, sono oppressi, rifiutati, reietti, considerati diversi e pertanto relegati ai margini. Solange e Claire sono una falsificazione della femminilità, Natasha e Martina sono maschere, ma nello stesso tempo interpretano la radicalizzazione dell’apparenza. Poi arriva la verità, la fragilità, l’universalità della poesia di Candiani, Szymborska e Mistral. Dal bianco al nero. Come afferma Cora Herrendorf: “Attivando le ‘zone chiare’, quello che si sa, possono essere percepite le zone oscure, ciò che ancora non si conosce”.
Un rituale carosello di azioni e danza, ora giocose ora drammatiche, ora grottesche ora violente, che si intrecciano ad una sorta di puzzle poetico. Fra commedia dell’arte, teatro kabuki, poesia e musica, attraverso brandelli, metafore e citazioni, Herrendorf non sembra voler suscitare una comprensione cosciente, bensì un’empatia viscerale, sembra voler evocare memorie ed emozioni nel nostro profondo.
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