
La Spal 1989-1990 (Public domain/Wikipedia)
di Davide Soattin
Ferrara, 13 maggio 1990. A quattro giornate dal termine della stagione di C2 1989-1990, che vide il passaggio di testimone alla guida societaria da Nicolini al gruppo ferrarese dell’industriale dell’acciaio Ravani, la Spal di mister Santin, subentrato a stagione in corso dopo i deludenti risultati messi a segno da Magistrelli, incontra un Sassuolo che alla fine di quel campionato sarebbe retrocesso in Interregionale.
Tra i biancazzurri schierati in campo dal primo minuto, oltre a quello dell’esperto Magnacavallo, spiccano i nomi leggendari di Franco Fabbri, tornato alla corte degli estensi dopo diversi anni, e di un giovanissimo Michele Paramatti che, rientrato alla base dopo il prestito al Russi, affronta da protagonista il primo torneo dal sapore professionistico di quella che sarà una carriera giocata ad alti livelli, tant’è che tra il 2000 ed il 2002 arrivò persino a vestire la maglia della Juventus, collezionando ben 26 presenze. Insieme a loro, anche due pedine che pochi anni più tardi si sarebbero consacrate per sempre nell’olimpo spallino: Robertino Labardi, attaccante fiorentino classe 1967, e Beppe Brescia, capitano della Spal allenata da G.B. Fabbri, che conquistò la serie B al termine della cavalcata 1991-1992.
Pronti, via e neroverdi subito avanti. Dopo appena 12′ di gioco infatti, in un avvio di partita che letteralmente gela ed ammutolisce il Mazza, è il Sassuolo a passare in vantaggio con la rete di Iazzetta, che fissa il risultato sullo 0 a 1 e regala ai suoi compagni la speranza di poter compiere l’impresa di portare via due punti fondamentali da Ferrara. Ma a dieci dal termine della prima frazione, con i sassolesi protagonisti questa volta nel male, arriva il colpo di scena che cambia l’inerzia della partita: Negri sbaglia porta e, spedendo la palla alle spalle del proprio portiere, regala il gol del pareggio ad una Spal che torna negli spogliatoi consapevole di poter realmente dare una svolta all’incontro a proprio favore.
Detto, fatto. Passano appena due minuti dal ritorno in campo delle due squadre, che Libro mette la freccia ed insacca il gol del sorpasso estense. Tre minuti più tardi poi ci pensa Mosele a mettere il punto esclamativo sul derby emiliano, inserendo il proprio nome tra i marcatori di giornata e successivamente triplicando il bottino personale al 53′ e all’82’ quando, dagli undici metri che separano il dischetto del rigore dalla porta, prima trasforma il 4 a 1 per la Spal e poi chiude i giochi mettendo la firma sul pokerissimo, felice ricordo di una delle poche straripanti vittorie biancazzurre arrivate in una stagione che si rivelò piuttosto deludente e avara di risultati.
Al termine del biennio calcistico 1989-1990 infatti, con 39 gol fatti, 28 subiti, undici partite vinte, quattordici pareggiate e nove perse, Cini e compagni conclusero il loro cammino nel girone B al decimo posto in classifica, con 36 punti totali. Troppo pochi per tentare il salto di categoria in C1 che, con Donigaglia nuovo presidente e G.B. Fabbri in panchina, sarebbe arrivato l’anno successivo nell’indimenticabile spareggio di Verona con la Solbiatese, deciso dal rigore di Albiero a sette minuti dalla fine dell’incontro.
Spal-Sassuolo 5-1 (1-1)
Spal: Piacentini, Bertoni, Paramatti, Brescia, Fabbri, Magnocavallo (dal 75′ Tosello), Labardi, Paganelli, Libro, Profumo (dal 66′ Tresoldi), Mosele. All.: Santin.
Sassuolo: Silvestri, Residori, Margiotta, Roberto (dal 54′ Di Gesù), Negri, Briga, Schenardi, Iazzetta, D’Agostino, Silvestri (dal 54′ Samaritani), Secci. All.: Seghedoni.
Arbitro: Pala di Alghero
Marcatori: 12′ Iazzetta (SA), 36′ aut. Negri (SP), 47′ Libro (SP), 50′, 53’rig. e 82′ Mosele (SP).
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