di Serena Vezzani
Cento. Tutto pronto per il Pink Floyd festival, che si terrà questa sera, alle 21 in piazza Guercino, in occasione del decennale della morte di Richard Wright, cofondatore e tastierista della storica band britannica: sul palco centese saliranno i Wit Matrix, gli “Italian Pink Floyd per eccellenza”, tribute band conosciuta anche oltre confine. E ci saranno degli ospiti internazionali d’eccezione: Ginger GIlmour, prima moglie del chitarrista dei Pink Floyd, presenterà in anteprima il suo libro, “Memoirs of the bright side of the moon”, e sarà accompagnata dalla moglie di Richard Wright, Franka, e dalla vocalist più importante della band, Durga Mc Broom, riunite dopo 30 anni per la prima volta.
“Conobbi Richard in Grecia nel 1981, nel periodo in cui era stato estromesso dalla band durante la stesura di The Wall, e con lui conobbi anche Ginger e David Gilmour” racconta Franka. “Era il periodo più buio per lui, e fu grazie a me, al mio fare pressione, che i Pink Floyd lo reintegrarono nel gruppo e che lui si riavvicinò alla musica. In seguito iniziò il world tour di tre anni: nessuno potrà mai fare un tour più spettacolare”. Ripercorre anche lo storico concerto di Venezia, nel 1989, e ricorda i ritmi frenetici a cui erano abituati all’epoca, per i quali ebbe tre aborti spontanei. “Nonostante le divergenze, erano come una famiglia: amavano quello che facevano e i loro concerti erano di una spettacolarità indescrivibile e inimitabile”.
Non solo musica, ma anche cimeli, tra discografia, gadget, poster e fotografie: oggi e domani, infatti, in galleria d’arte Aroldo Bonzagni sarà allestita la mostra curata da Stefano Magnani, autore delle biografie ufficiali e promotore di tantissimi eventi legata alla band, tra cui l’esposizione itinerante chiamata “Pink Floyd, un mito in mostra”. Il ricavato dell’evento, organizzato dall’Asd Rinovatio design event & sporting club, con il patrocinio del Comune di Cento e della Casa editrice Freccia d’oro, sarà devoluto interamente all’Associazione italiana per la ricerca sul cancro.
Un evento, quello del Pink Floyd festival, su cui “Wright veglierà da lassù” sono le parole di di Durga Mc Broom, la corista che ha fatto più concerti di tutte con la band, che ha partecipato a due tour mondiali e collaborato con David Gilmour e la band anche dopo l’uscita di Roger Waters. “Il contributo di Wright al gruppo rimarrà sempre poco riconosciuto, eppure era sensibile, gentile, dedicato e appassionato alla sua musica, ci metteva tutta la sua anima”. E, dichiara, “ho già avuto il mio Grammy quando Richard ha programmato il suo funerale e ha richiesto che io, e soltanto io, cantassi “A great gig in the sky”: non c’è stato onore più grande, secondo solo a quando accettò di suonare una mia canzone. Richard rimarrà sempre il mio maestro migliore. Aveva l’universo nella sua testa, e sono grata di averne visto anche solo una parte”.
“I Pink Floyd sono stati una Gestalt per me” dichiara Ginger Gilmour. “Ognuno di loro aveva una qualità speciale: Rogers parlava, David stava nel silenzio del suo cuore, Richard era intrappolato nello spazio delle sue note, Nick era il mediatore”. E, nel suo libro, percorre “quel fantastico viaggio che è iniziato con loro quando non avevo che 20 anni, ma per il quale sono valsi ogni singolo minuto e sacrificio”.
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