Politica
14 Settembre 2018
La sindacalista contro il disegno di legge per la riforma di una parte importante del diritto di famiglia: “Ignora completamente la realtà”

Divorzio. La Cgil: “Ddl Pillon aumenta le distanze fra donne e uomini”

di Redazione | 3 min

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“Il disegno di legge Pillon, che prevede l’addio all’assegno di mantenimento, dato nella maggioranza dei casi alle mamme, con cui il padre passa ogni mese una cifra stabilita per i figli, non deve passare perché è un chiaro e pericoloso tentativo di riformare il diritto di famiglia a sfavore delle donne e dei figli e perché aumenta le disparità tra uomini e donne”. Ad affermarlo è Francesca Battista, della segreteria confederale della Cgil Ferrara. “Nel nuovo assetto previsto dalla proposta di legge – spiega Battista – i genitori dovranno provvedere ognuno a metà delle spese, i figli avranno due case e domicili e, a meno di accordi diversi presi dai genitori, ogni bambino passerà lo stesso tempo con i genitori, non inferiore ai 12 giorni al mese. Riteniamo che in un Paese come il nostro, medaglia d’oro in Europa per disuguaglianze, certificate anche dal rapporto Global Gender Gap 2017 del World Economic Forum, che assegna all’Italia l’82esima posizione su 144 per gender gap, di certo non c’è bisogno di questo ddl che non farebbe altro che aumentare le distanze fra uomini e donne, per la sempre più marcata differenza in termini di retribuzioni e occupazione. In Italia lavora una donna su due, e da una recente ricerca di Bankitalia, scopriamo che le donne hanno in media il 25% di ricchezza in meno e nelle coppie il divario è del 50%”. “Questo disegno di legge – prosegue la sindacalista – ignora completamente la realtà, finge di trovarsi in una società emancipata dove regna la parità dei sessi e non tiene conto del fatto che siamo anche un Paese dove, più che in altri, il lavoro domestico e la cura sono affidati prevalentemente alle donne. La nostra realtà è molto lontana dal concetto di bigenitorialità, di cui è astrattamente intriso il ddl in questione, che privilegia le fasce benestanti fatte di genitori entrambi ricchi, con belle case e con uguale tempo da dedicare ai figli”. Secondo Battista poi, “il disegno di legge Pillon, ignora inoltre il tema importantissimo della violenza maschile, così estesa e radicalizzata in Italia, nel prevedere, al primo punto, la mediazione familiare obbligatoria, vietata però per legge nei casi di violenza. Se questa legge passasse, le donne sopravvissute alle violenze saranno costrette a percorsi di mediazione dai quali subiranno danni ulteriori, senza contare che è proprio la violenza maschile a determinare molte richieste di separazioni e a creare forti tensioni nell’affidamento dei figli”.

Contrarietà al Ddl viene espressa anche dal Cismai – Coordinamento Italiano dei Servizi
contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia – presieduto dalla ferrarese Gloria Soavi – che parla di “viva preoccupazione per le proposte contenute nel Ddl 735 presentato dal senatore Simone Pillon, che riguarda le norme in materia di affido condiviso nei casi di separazione coniugale. In tutta la sua impostazione, infatti, il Ddl appare fortemente orientato a tutelare gli interessi degli adulti a discapito di quelli dei bambini”. Per l’associazione le preoccupazioni sono tali da ritenere che “la trasformazione in legge segnerebbe un pericoloso passo indietro nel percorso di tutela dei minori e di rispetto dei loro diritti”.

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