Economia e Lavoro
5 Settembre 2018
Sit-in a Comacchio davanti al Palazzo delle Saline. Zanirato (Uil) polemizza con i sindaci: “Si ritirano a Mesola come gli Estensi, facendo finta che il popolo non esista”

Clara. La protesta di lavoratori e sindacati: “Siamo pronti a tutto, la politica faccia la sua parte”

di Redazione | 4 min

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di Martin Miraglia

Comacchio. “A tutto. Siamo pronti a tutto”. Il segretario generale della Fp-Cgil provinciale Natale Vitali preannuncia già altre azioni sindacali davanti alle circa 80 persone, tutti lavoratori di Clara, che insieme ai colleghi di Cisl e Uil ha portato martedì mattina a manifestare davanti al Palazzo delle Saline di Comacchio. Il tutto in concomitanza con l’assemblea dei soci che si sarebbe dovuto svolgere a pochi metri dal ‘picchetto’ — “Questo non è uno sciopero, non ci sono i requisiti comunicativi di legge”, si affrettano a spiegare i sindacalisti — e che è stato poi dirottato la sera prima al municipio di Mesola.

I lavoratori, che protestano a seguito dell’annuncio da parte di Clara di non rinnovare 100 contratti a tempo determinato in scadenza in vari periodi da qui al 2019 inoltrato e che lamentano una mancanza di comunicazione con i sindaci soci, arrivano principalmente in autobus, uno dei quali partito da Cento e riempito completamente con una cinquantina di persone.

Hanno deciso, dopo lo spostamento dell’incontro tra management e sindaci, di ritrovarsi a Palazzo delle Saline di via Fogli come gesto simbolico: è infatti un immobile prima di proprietà pubblica e successivamente ceduto dal Comune di Comacchio ai tempi della fusione tra Cmv e Area a Clara per entrare a far parte della nuova società. Al momento è chiuso, Clara stessa insieme allo stesso Comune aveva indetto un ‘concorso di idee’ per la sua riqualificazione, i parallelismi si sprecano: “Questo è un luogo in decadenza, un po’ rispecchia la situazione della società”, dice sempre Vitali.

La manifestazione dura poco, da poco prima di mezzogiorno e per un’ora abbondante — “Dobbiamo tornare indietro, c’è chi deve riprendere servizio” — e i lavoratori sventolano le bandiere dei tre sindacati. Alcuni sono arrivati indossando la loro divisa, altri in abiti civili ma con un cartello che disegna il logo dell’azienda sovrastante un enorme punto interrogativo stampato in grassetto.

È durante il sit-in che si riesce ad avere un quadro più chiaro della situazione contrattuale. Alcuni lavoratori a termine hanno il contratto scaduto lo scorso 31 agosto, in totale entro il 31 dicembre ne scadranno 37, e sono coloro per i quali i problemi sorgeranno prima. Per arrivare alla ‘quota 100’ bisogna aspettare le scadenze degli altri contratti che si risolveranno nel corso di tutto il 2019.

“Qui abbiamo un’azienda che con la fusione di due municipalizzate è arrivata a contare 400 dipendenti. Senza un piano industriale ha deciso di avviare il porta a porta assumendo delle persone che ora dopo anni e legittimamente si aspettavano una stabilità”, continua Vitali che poi svela come “l’azienda aveva condiviso con le organizzazioni sindacali la possibilità di stabilizzare tutti i lavoratori precari, poi ci hanno comunicato che c’era un problema economico e che non sarebbero stati rinnovati i contratti. Il pattume non si raccoglie da solo, chiediamo dei processi di stabilizzazione altrimenti ci saranno prossime azioni che andranno decise in base a come andranno gli incontri con i sindaci. La politica ora deve fare il suo ruolo, non si può permettere di lasciare 100 famiglie sul lastrico”.

A lui fanno eco anche le altre sigle: “Cento famiglie non sanno quale sarà il loro futuro, abbiamo già chiesto formalmente un incontro con i sindaci e pensavamo che questa potesse essere un’occasione mentre invece hanno deciso di fare come gli Estensi e di ritirarsi a Mesola facendo finta che il popolo non esista. Non è vero che i contratti non sono prorogabili per via del decreto dignità, abbiamo dato la disponibilità per una proroga con la conciliazione della direzione territoriale del lavoro in attesa di una riorganizzazione: dal nostro punto di vista c’è bisogno di più personale, non meno”, tuona il segretario della Uil Massimo Zanirato in un attacco alla politica che condivide anche Bruna Barberis della Cisl che si aspetta“una convocazione in tempi rapidissimi e un coinvolgimento più impegnativo da parte dei sindaci, stiamo parlando di un servizio che coinvolge l’intera collettività. C’è la responsabilità al cento per cento delle amministrazioni, un servizio non può essere avulso dalle direttive del sindaco, il primo cittadino risponde per l’occupazione, per i servizi e per l’intera comunità che rappresenta”.

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