Ennesima impresa riuscita per il “Comicista”, come si definisce lui “un po’ comico, un po’ ciclista”, Paolo Franceschini, che è passato, da un anno all’altro, dal punto più alto al punto più basso del mondo: dall’Himalaya al Mar Morto.
La sua ultima avventura, infatti, lo ha visto percorrere, tra il 10 e l’11 luglio in sella all’ormai inseparabile bici, un tragitto lungo 250 chilometri da Ein Gadi a Tel Aviv (in Israele), dove la difficoltà non è stata tanto la distanza – e, comunque, parliamone – ma la temperatura, a dir poco rovente in questo periodo dell’anno.
Molto impegnativo, in particolare, è stato raggiungere uno dei picchi desertici della regione, chiamato “La salita dello scorpione”, che già dal nome non promette bene. «Uno dei modi più vicini a provare la sensazione di morire – afferma Paolo – visti i 45 gradi esterni e l’elevata pendenza della salita». Altro momento intenso, ma sicuramente meno faticoso, il bagno nel Mar Morto che, grazie all’elevata salinità, garantisce di galleggiare molto facilmente: «Incredibile – racconta Franceschini –, ti lasci andare e non vai giù».
Una volta giunto nella capitale israeliana, il gruppo è stato accolto da alcuni rappresentanti dell’ambasciata italiana e da un imprenditore italiano che ha aperto qualche anno fa la gelateria Arte Glideria e che in occasione dell’arrivo di Paolo ha preparato un cartello con l’immancabile slogan “Forza Spal!”. Franceschini ha poi allestito uno show “un po’ spartano” durante il quale ha intrattenuto i passanti, raccontando – in inglese naturalmente – le sue avventure.
Piccolo imprevisto prima del ritorno: il furgone, con il quale la combriccola effettuava i suoi spostamenti, è stato scassinato e completamente vuotato. L’intervento tempestivo della polizia israeliana, estremamente presente, ha identificato il ladro – con tanto di presa di impronte digitali sul furgone – e restituito la refurtiva ai legittimi proprietari che hanno poi fatto ritorno in Italia, dopo aver superato i rigidissimi controlli all’aeroporto di Tel Aviv (due bici, dotate di cambio elettronico, non hanno superato il metal detector e sono state trattenute).
Il percorso segna l’inizio di una nuova sfida che, al suono di “Sì, si può fare”, è nata sulla scia della precedente competizione affrontata in Himalaya e del progetto motivazionale Dai – Dove Arrivo, che intanto, prosegue il tour con la prossima tappa di giovedì 19 luglio a Mirabello, alle 21 presso Villa Sessa Aldrovandi, in corso Italia 523.
Attraverso un dialogo comico, Franceschini parlerà della prima gara di ciclismo della sua vita: non una gara qualunque, ma L’Himalayan Highest Mtb Race, la gara a tappe più alta del mondo. A chi si starà domando dove poter trovare le risorse per affrontare imprese così, un po’ al limite, Franceschini ricorda che “i limiti esistono solo nella propria testa”.
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