Lettere al Direttore
28 Giugno 2018

Marijuana: ipocrita la demonizzazione del Css

di Redazione | 2 min

Buongiorno

In questi giorni abbiamo assistito all’allarme diffuso dal Consiglio Superiore di Sanità (CSS) sui presunti pericoli della cannabis light, ovvero quella varietà di Marijuana venduta in alcuni negozi con un contenuto di THC inferiore allo 0.6%. Stando al CSS ci potrebbero comunque essere danni al cervello se a consumarli sono bambini, ragazzi o donne incinte.

Nonostante questo parere negativo, la ministra Grillo sostiene (giustamente a mio avviso) che non ci sono motivi per introdurre divieti.

Da qui parte invece la mia critica verso un modo di pensare, a mio avviso, ipocrita, ovvero quello della demonizzazione della cannabis.

La mia esperienza massima è stata quella di fumare un po’ di erbaccia fatta crescere sull’argine del Po di Primaro venti e passa anni fa, ma ritengo che obiettivamente tutte queste manfrine abbiano poco senso.

Pensiamo a questo. Se uno dice di essersi ubriacato una volta, tutti ridono. Se uno dice di essersi fatto una canna, viene giudicato male.

Strano, visto che per l’abuso di alcol e ai danni ad esso connessi, ogni anno ci sono molte migliaia di morti. Viceversa, nessuno è mai morto di overdose per Marijuana.

La marijuana porta soldi alla mafia. Legalizzandola, anche se non toglierebbe tutti i profitti alle mafie, sottrarrebbe comunque una bella fetta. Pensiamo anche a tutti gli interventi della Polizia nelle scuole, durante le quali spesso vengono solo trovati qualche grammo di erba o di hashish.

Con una legislazione seria e stringente (acquisto permesso solo con documento che prova la maggiore età e divieto di consumo in luogo pubblico) lo Stato potrebbe fare parecchi soldi.

I giovani andrebbero ovviamente educati al consumo responsabile e attento, soprattutto durante l’adolescenza, con coscienza e attenzione. E diciamoci la verità, non è vero che l’uso di marijuana predispone automaticamente all’uso di droghe pesanti. Ci sono tantissimi casi che ne sono la riprova, io stessa tra molte altre mi sono fermata ai “cannoni” che giravano in cerchio.

Mio padre era un fedelissimo della DC. Durante gli anni della ribellione in Italia, dal 1978 al 1988, sputava per terra quando vedeva i giovani coi capelli lunghi. Mi diceva che, poiché fumavano la marijuana, sarebbero morti tra i peggiori dolori di questo mondo.

“Secondo te di che è morto Marley? Si faceva le canne ed è morto di tumore al cervello!”

Mio padre morì a 67 anni di cirrosi epatica e diabete. Era un alcolista e fumava mezzo pacchetto di sigarette al giorno. Un mese prima di morire mi chiese di aiutarlo a buttarsi giù dalla finestra del vecchio Ospedale Sant’Anna, perché non ce la faceva più a resistere.

Buona giornata,

Paola Monti

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