Lettere al Direttore
23 Giugno 2018

Sui migranti a Portomaggiore

di Redazione | 4 min

Egregio Direttore,

in merito alla questione dei nuovi richiedenti asilo a Portomaggiore, la nostra visione va ben oltre le parole che hanno esternalizzano, negli ultimi giornali, gli amministratori di Portomaggiore.
La questione è molto più profonda e non si risolve a spot di qua o di la sui territori italiani, dove c’è chi li vuole e chi no.

La nostra analisi è la seguente: in Africa vivono oggi 1,9 miliardi di persone, con una previsione di 4,3 miliardi di persone a fine secolo.
Un territorio estremamente povero dove  il 70% del popolo africano, specialmente nella zona subsahariana, vive con meno di un dollaro al giorno.
La ricchezza accumulata è nelle mani dei pochi ricchi mentre la stragrande maggioranza dei poveri combatte guerre decennali per farsi spazio sul territorio.
Se le politiche europee, che oggi sono basate sul liberismo e l’egemonia degli stati più forti su quelli più deboli e a scapito delle popolazioni più povere, non terranno conto di questa emergenza migratoria dall’africa verso l’Europa e non coinvolgeranno tutti gli stati europei per cui ognuno faccia la sua parte e non aiuteranno quel continente che è stato depredato di 200 anni di risorse (coltan per l’80% della produzione mondiale e indispensabile in tutta l’elettronica, cobalto per le batterie al litio, petrolio, olio, uranio, oro, platino, alluminio, diamanti, caffè e the) diventerà una situazione incontrollabile e l’emigrazione da quei paesi e la disoccupazione in quei paesi, arrecheranno un danno inimmaginabile a tutta l’Europa senza possibilità di risoluzione.
Attualmente in Africa in 25 stati ci sono 241 combattimenti tra milizie guerrigliere – gruppi terroristi – separatisti – anarchici – etnie – tribù e guerre di religione.
Particolarmente delicata la situazione in Egitto per una guerra contro militanti islamici, in Libia è in corso una guerra civile, in Mali ci sono scontri fra i gruppi ribelli e l’esercito, in Mozambico si registrano scontri con i ribelli, guerra contro i militanti islamici in Nigeria, scontri armati tra cristiani e islamici si registrano nella Repubblica Centrafricana, nella Repubblica Democratica del Congo una guerra contro i gruppi ribelli, in Somalia la guerra contro i militanti islamici di al-Shabaab, in Sudan la guerra contro i gruppi ribelli nel Darfur e nel Sud Sudan continui scontri con gruppi ribelli.
I conflitti in Africa non mietono solo vittime fra le popolazioni ma arrecano danno all’ambiente  e uccidono anche i grandi mammiferi del continente. E’ stato calcolato che il 70% delle aree protette africane sono diventate terreno di scontro armato da oltre 60 anni.
Le politiche messe in campo per l’accoglienza dei migranti sul nostro territorio italiano, senza dubbio non sono state adeguate e regolate da leggi raffazzonate che hanno creato malcontento nelle popolazioni dove avviene l’accoglienza.
L’accoglienza in Italia è stata gestita, nel dopo Gheddafi , sempre e solo in emergenza con un proliferare di associazioni e privati che hanno avuto la concessione. In tantissimi casi si è pensato solo al profitto e non sono state messe figure professionali al servizio per l’inserimento dei migranti nel tessuto sociale circostante, facendo si che nascessero la guerra fra poveri e la politica contro il migrante.
L’accoglienza dei richiedenti asilo è giusta, un atto di umanità, per chi scappa dalla guerra e dalla fame ma deve far seguito a politiche che tengano presente vari fattori:
Non mettere insieme persone di etnie diverse che si fanno guerra nel paese di provenienza perché, giocoforza, creerebbe sicuramente attriti all’interno del centro accoglienza e nella popolazione;
ll superamento della gestione emergenziale dell’accoglienza, creando centri di piccole dimensioni, gestite dal pubblico e che permettano, a chi arriva, di effettuare percorsi autonomi di inserimento abitativo, sociale, lavorativo, indipendentemente dal loro status giuridico.
la valorizzazione delle professionalità coinvolte nell’accoglienza, persone che fino ad oggi sono costrette a contratti precari e a super sfruttamento, oppure, non hanno alcuna professionalità;
l’abrogazione di tutte le leggi che fin ad oggi sono risultate inconsistenti e non adeguate al fenomeno migratorio verso i nostri territori.
Eloquente è l’immagine davanti ad un negozio Apple su un marciapiede in Spagna e realizzata dal disegnatore Argentino Eduardo Relero.

Distinti saluti.

Capo Gruppo del Gruppo Misto del Comune di Portomaggiore,
Giovanni Tavassi

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