di Simone Pesci
Con i fondi derivati dal sisma del 20 e 29 maggio, che provò duramente l’Emilia, per Ferrara si sono aperte molteplici opportunità per quanto riguarda la riqualificazione, il restauro, il recupero o la valorizzazione di alcuni beni monumentali della città. Opportunità che le istituzioni della città estense stanno cercando di cogliere al meglio.
In questo senso va il concorso volto all’ampliamento di Palazzo Diamanti discusso venerdì mattina al dipartimento di Architettura, ospitato a palazzo Tassoni in via Ghiara. Alla gara hanno partecipato decine di progettisti, i cui lavori “sono stati riflettuti e discussi con tutti gli enti, Soprintendenza compresa” rivela l’architetto Keoma Ambrogio.
Anche perché il compito non era dei più semplici: bisognava infatti “trovare la formula per far coesistere l’antico e il nuovo” spiega il sindaco Tiziano Tagliani. “La dialettica fra il nuovo e il vecchio – prosegue il sindaco – che serve a rendere funzionale uno spazio è determinante per rendere vivi determinati spazi. Inoltre, è una condizione necessaria per poter proseguire il lavoro culturale del Palazzo, il cui lavoro di professionisti che da decenni stanno nell’ambito di Ferrara Arte è riconosciuto a livello internazionale per l’alta qualità”.
In attesa di scoprire chi sarà il progettista vincitore, svelato alla città con un’esposizione al piano terra di Palazzo Tassoni dalle 17.15 di oggi, il presidente dell’Ordine degli architetti di Ferrara Diego Farina fa un plauso alle modalità scelte per l’ampliamento di Palazzo Diamanti.
“Aver realizzato – afferma – un progetto attraverso un concorso non è una cosa tradizionale in Italia. La città, invece, da qualche anno utilizza questo strumento per assegnare i lavori ed è una cosa importante. Dopo il sisma come Ordine abbiamo iniziato un rapporto di collaborazione con l’Amministrazione per cercare di utilizzare più spesso il metodo del concorso”.
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