San Nicolò. “Sistemate la casa cantoniera, ripulitela, igienizzatela, tagliate gli alberi e sfalciate l’erba”. E’ l’ennesima richiesta inoltrata dalla consulta di frazione di San Nicolò a chi di dovere, che riguarda appunto una casa cantoniera dell’Anas, quella di San Nicolò, alle porte del paese, sul vecchio tragitto della Ss16.
“Ormai non la si vede più – spiega il presidente del comitato cittadino Enrico Gamberoni – è avvolta da rovi, arbusti, erbacce, alberi e da una folta vegetazione spontanea, che è cresciuta a dismisura tutto intorno all’edificio. E’ tempo di metterci mano. C’è dunque bisogno di un radicale intervento di bonifica e derattizzazione visto anche il proliferare di topi, bisce ed altri animali”.
Ma non si tratta del primo caso in territorio argentano. Anche le altre tre strutture qui presenti scontano infatti lo stesso stato di degrado, abbandono ed incuria. La scarsa se non nulla manutenzione è evidente in primis anche a Consandolo, dove le mura sono quasi completamente avvinghiate dall’edera. Poi nei pressi del Santuario della Celletta ad Argenta, circondata da una sorta di fitta boscaglia, e con gli infissi sempre aperti che lasciano campo libero a vandali e senzatetto. Infine ancora ad Argenta, poco prima della rampa del ponte sul fiume Reno. Una situazione questa un po’ migliore, ma che enumera anche danni causati da incidenti stradali.
In tutta Italia Anas è proprietaria di 1244, case cantoniere. La metà è ancora operativa come magazzini e dimora di personale di vigilanza. Le restanti invece sarebbero da riqualificare secondo un piano che prevede anche le dismissioni.
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