Lettere al Direttore
8 Aprile 2018

Don Minzoni valoroso cappellano militare

di Redazione | 2 min

Egregio Direttore,

A proposito del film che si sta girando nella nostra provincia e che rievocherà Don Giovanni Minzoni, mi auguro che la figura di questo coraggioso sacerdote venga illustrata nella sua interezza. Spero che non ci venga propinata la falsa versione di un prete buonista e pacifista, cara a una certa “vulgata” e ad alcune gerarchie ecclesiastiche, che da decenni ci affligge in spregio alla verità storica.

Vorrei ricordare che Don Minzoni fu un valoroso cappellano militare, fiero della divisa e pronto, se necessario, ad imbracciare il fucile, come si evince dalla motivazione della Medaglia d’Argento al V.M. che gli fu consegnata personalmente dal Duca d’Aosta nel 1918 :”Instancabile nella sua missione pietosa di confortar feriti, di aiutare i morenti durante il combattimento, impugnato il fucile e messosi alla testa di una pattuglia di arditi si slanciava all’assalto contro un nucleo nemico, faceva numerosi prigionieri e liberava due nostri militari di altro corpo precedentemente catturati”.

Non era uno di quei preti che hanno orrore delle armi e che ancora oggi raccolgono consensi.

Dalla documentazione in merito risulta che “Il 24 giugno 1918, festeggiatissimo dal suo reggimento (il 255° di fanteria della brigata Veneto), in occasione del suo onomastico, Don Minzoni scriveva: “Ho passato una giornata piena di felicità, perché sento d’aver fatto tutto il mio dovere, e sento di essere tanto amato!” – E dopo la premiazione: “Sono fiero di essere fregiato della medaglia d’argento; però sono più fiero di essere veramente amato dai soldati e superiori!”.

Alla medaglia d’argento s’aggiunsero due croci di guerra, la medaglia del Milite Ignoto, quella del Piave, quella della campagna, una francese e altre: in tutto undici, insieme a quella di Cavaliere della Corona. Di esse si fregiava in circostanze solenni senza spirito d’ostentazione ma con legittimo orgoglio. Terminato il conflitto, nel febbraio 1919 fu inviato a Venezia per consegnare a Gabriele D’Annunzio la medaglia d’oro offertagli dal reggimento: incarico (e riconoscimento) di cui andava fiero.Volle infine intitolare il circolo maschile della sua parrocchia a Giosuè Borsi, poeta e ufficiale caduto per la Patria. Per non dimenticare…

Alcide Mosso

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