Eventi e allegoria del cattivo governo
Queste “visioni” semplificate, presentate come soluzioni salvifiche, sono la cartina di tornasole della debolezza della nostra classe dirigente attuale, non solo amministrativa
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Modifiche alla regolamentazione della Tariffa dei rifiuti in arrivo, dopo che a Ferrara in consiglio comunale – ieri, 24 giugno – è stata approvata la relativa proposta di delibera
L’intervento è destinato a imprimere una svolta storica al palazzo di via Savonarola 38, che si trova chiuso dal 2012 a causa dei danni subiti durante il terremoto
Saluto con profonda soddisfazione l’approvazione della convenzione tra i Comuni di Ferrara, Cento e Comacchio per la messa a disposizione di due immobili destinati a Casa Rifugio, nell’ambito del progetto provinciale “Uscire dalla violenza”
Una sanzione per gli Slipknot dopo la bestemmia urlata durante il concerto dal palco del Ferrara Summer Festival
di Martin Miraglia
Ce l’ha fatta contro ogni pronostico. Se è vero che alla fine di questa tornata elettorale è una frase che si può usare per tutti i candidati del centrodestra nel nord Italia, l’impresa di Alberto Balboni, ex senatore fino al 2013 con il Pdl, ha sicuramente dei contorni di sorpresa maggiori dei suoi colleghi candidati alla Camera.
Complice il gap demografico che sbarra il voto a sette generazioni per la camera alta del parlamento, in un collegio uninominale comprendente anche ampi stralci della provincia bolognese, la sua posizione da candidato all’uninominale per il Senato con il centrodestra sembrava metterlo in seria difficoltà fino alla vigilia del voto.
Contro una politica esperta come Sandra Zampa poi, anche le proiezioni del 3 marzo lo davano per spacciato: se i collegi alla Camera erano già segnalati come seriamente contendibili, alla sua avversaria erano riconosciuti circa 7 punti di vantaggio su di lui. Un abisso.
All’inizio dello spoglio invece, Balboni prende il comando per una manciata di voti e non lo mollerà più arrivando alla fine con un vantaggio del 5% e facendo segnare anche la vittoria assoluta nel basso ferrarese. Lui, come spiegheranno alcuni dei suoi familiari quando si cerca nella notte di recuperare un suo commento, non lo sa nemmeno: è molto mattiniero, quindi sarà il primo ad alzarsi. Perché succeda, ha spento il cellulare ed è andato a dormire appena commentati con soddisfazione gli exit poll rilasciati alle 23 di domenica.
Alberto Balboni, 59 anni a giugno, si candidò per la prima volta in parlamento nel 1996, collegio della Camera Ferrara-Cento. Sfiorò il 40% dei voti ma venne sconfitto. Ci riprova nel 2001 sempre con Alleanza Nazionale e questa volta ce la fa, gli vengono assegnate le commissioni affari esteri, finanze e agricoltura e diventa un membro della giunta delle immunità parlamentari.
È l’inizio della sua ascesa: viene rieletto nel 2006 e ancora nel 2008, in mezzo a Ferrara quando si parla del senatore ci si inizia a riferire a lui e sui muri della città gli dedicano scritte generose e molto meno. La legislatura dura, ma verso la fine viene fondato Fratelli d’Italia, lui dice di voler seguire Giorgia Meloni su impulso di quanto ha fatto il figlio Alessandro: il Pdl gli nega la ricandidatura ed è costretto a rimanere fermo per un giro.
Per Fratelli d’Italia comincia a ricoprire la carica di portavoce regionale del partito, si candida anche alle europee del 2014 senza successo, si inizia a pensarlo in fase calante. Fino alla notte del 4 marzo 2018, quando prende più di 110mila voti, e viene rieletto nella camera dove ha sempre votato.
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