Economia e Lavoro
1 Marzo 2018
Presidio nel punto vendita ferrarese contro la riduzione del salario e i possibili licenziamenti

Sciopero da Mediaworld, lavoratori in stato di agitazione

di Redazione | 3 min

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Tutti i Mediaworld d’Italia in sciopero. Alla mobilitazione nazionale proclamata per sabato 3 marzo aderiscono anche i lavoratori del punto vendita di Ferrara che in mattinata effettueranno un doppio presidio in via Mario Roffi, sia nella zona posteriore del negozio in coincidenza dell’ingresso dipendenti che all’apertura alle ore 9 con volantinaggio alla clientela.

Lo stato di agitazione è stato indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, insieme al coordinamento unitario delle delegate e dei delegati, dopo il fallimento dell’incontro dello scorso 16 febbraio con Mediamarket.

Una forma di protesta contro le azioni che l’impresa ha dichiarato di mettere in atto: chiusura al 31 marzo dei punti vendita di Grosseto e Milano Stazione Centrale; cessazione definitiva del Contratto di Solidarietà il 30 aprile e la volontà di risolvere definitivamente gli esuberi; trasferimento della sede di Curno (BG) a Verano Brianza (MB) con riduzione dell’area vendita del punto vendita coincidente; eliminazione dal 1° maggio della maggiorazione domenicale del 90% riconoscendo il solo 30% previsto dal Ccnl.

L’impresa è mossa dalla volontà di rendere tutti i punti vendita economicamente sostenibili in virtù di un bilancio consuntivo in perdita di 17 mjilioni di euro ed ha precisato che ciò si è determinato perché un maggior numero di negozi ha registrato un andamento negativo rispetto l’anno precedente. L’unica soluzione proposta da Mediamarket in alternativa ai licenziamenti dei dipendenti, delle aree in solidarietà e dei punti vendita in chiusura, è il trasferimento sui punti vendita di tutto il territorio nazionale tra cui l’unica nuova apertura del punto vendita di Chivasso (TO).

“Tali trasferimenti comporterebbero probabilmente condizioni peggiorative come avvenuto nei recenti casi analoghi” assicurano i sindacati che ritengono che “l’annuncio di ulteriori chiusure di negozi fatto con così poco preavviso lo rende ancora più inaccettabile, mettendo le lavoratrici e i lavoratori di fronte al ricatto del trasferimento”.

“Considerato che i 17 milioni di euro di perdite, evidentemente, non sono imputabili tutti a Grosseto e Milano Centrale, è stata chiesta all’impresa la lista dei punti vendita in perdita al fine di avere chiarezza sulle future possibili criticità – spiegano le tre sigle sindacali – ma l’azienda si è categoricamente rifiutata di fornire informazioni in tal senso”.

“Considerato che l’esito dell’incontro porta ad ulteriore perdita di occupazione e alla volontà di ridurre il salario dei lavoratori, la decisione di proclamare la mobilitazione nazionale è inevitabile e si pone l’obiettivo di far retrocedere l’azienda da tali decisioni e riportare le relazioni sindacali ad un confronto costruttivo che si ponga prima di tutto l’obiettivo di salvaguardare l’occupazione e migliorare le condizioni di lavoro” chiosano Filcams, Fisascat e Uiltucs che dichiarano fin da subito che “lo sciopero del 3 marzo è solo il primo atto di una mobilitazione che dovrà proseguire: a tal fine è già stato proclamato lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Mediamarket”.

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