Eventi e cultura
24 Gennaio 2018
L'allenatore ebreo protagonista di un incontro su leggi razziali e sport nel Giorno della Memoria

Arpad Weisz, dallo scudetto ad Auschwitz fino al Meis

di Redazione | 2 min

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Venerdì 9 maggio alle ore 17:30, presso la sala dell’Oratorio San Crispino della libreria Libraccio di Ferrara, in collaborazione con Famiglie Arcobaleno Ferrara, Isa Borrelli presenta “Gender is over”

Al Meis ospite lo storico Carlo Greppi

Giovedì 8 maggio alle 17.30 lo storico Carlo Greppi presenta al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (via Piangipane 81, Ferrara) il suo ultimo libro "Figlia mia. Vita di Franca Jarach desaparecida" (Laterza, 2025)

In occasione del Giorno della Memoria, giovedì 25 gennaio alle 21 al Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah in via Piangipane 81, nel corso di un incontro sulle leggi razziali del 1938 e lo sport, sarà presentato il libro di Matteo Marani “Dallo scudetto ad Auschwitz: Storia di Arpad Weisz, allenatore ebreo”.

Finalmente un giornalista del calcio moderno rende ad Arpad Weisz, allenatore del Bologna a fine anni Trenta, il posto e il merito che gli spetta nella storia del calcio. Un libro che commuove e indigna, che va letto tutto d’un fiato, vincitore del Premio per la letteratura sportiva di Chieti nel 2009 e del Premio per la letteratura sportiva Antonio Ghirelli nel 2014.

Non lo sapeva nemmeno Enzo Biagi, bolognese e tifoso del Bologna. «Mi sembra si chiamasse Weisz, era molto bravo ma anche ebreo e chi sa come è finito» ha scritto in Novant’anni di emozioni. È finito ad Auschwitz, è morto la mattina del 31 gennaio 1944. Il 5 ottobre 1942 erano entrati nella camera a gas sua moglie Elena e i suoi figli Roberto e Clara, dodici e otto anni.

Questa è la risposta, documentata, di Matteo Marani, bolognese, giornalista e storico appassionato. Tre anni di ricerca scrupolosa e insieme ossessiva, perché gli pareva di inseguire un fantasma. Dallo scudetto ad Auschwitz ricostruisce in modo pertinente la storia di Arpad Weisz, vincitore di quattro scudetti tra il 1930 e 1938, e la restituisce in un romanzo dal successo inarrestabile che giovedì verrà presentato al Meis.

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