Politica
16 Dicembre 2017
"Le vittorie dei Radicali si formano col radicamento sul territorio"

Ritornano i Radicali a Ferrara: “Faremo argine ai populismi”

di Redazione | 2 min

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E' una replica che assomiglia molto a un'ammissione di colpa, quella che il Comune di Ferrara, attraverso il direttore generale Sandro Mazzatorta, invia come 'rettifica' al nostro quotidiano dopo l'inchiesta sui soldi dei ferraresi destinati all'emergenza Covid per l'ospedale di Cona. E' una nota nella quale, volontariamente o meno, il Comune conferma di essersi trattenuto il denaro delle donazioni

Donazioni Covid. Ferraresi a Fabbri: “Trasparenza su destinazione dei fondi”

Dopo l'inchiesta di Estense.com sugli oltre 30mila euro di donazioni Covid fatte dai cittadini ferraresi al Comune di Ferrara per sostenere le spese urgenti legate all'emergenza Coronavirus all'ospedale Sant'Anna di Cona, la consigliera Anna Ferraresi, capogruppo del Gruppo Misto, ha interrogato con urgenza il sindaco Alan Fabbri

di Martin Miraglia

“È importante avere associazioni locali sul territorio: i Radicali sono da sempre contestati per le loro battaglie il cui merito viene riconosciuto postumo, ma la vittoria di ieri sul testamento biologico è frutto proprio di quel radicamento”. È in questa frase di Silvja Manzi, che insieme a Mario Zamorani e Paolo Niccolò Giubelli, il senso della ricostituzione dell’associazione Radicali Ferrara, aderente ai Radicali Italiani, presentata ieri mattina 24 ore dopo la stesura dell’atto costitutivo nella sede di Circomassimo dopo anni di sospensione delle attività — almeno per quanto riguarda la loro forma organizzata anche a causa di una divisione interna tra ‘pannelliani’ e ‘boniniani’.

“Vogliamo più democrazia, più diritti e fare da argine a tutti i populismi, alle cose che i nostri nonni hanno vissuto e non vorremmo tornassero”, spiegano i tre, e per farlo annunciano la candidatura del partito alle prossime politiche, enunciando già il primo scoglio per la loro lista, ovvero la raccolta delle firme, “perché non tutti devono farlo — il riferimento è ai gruppi già rappresentati in parlamento, che non lo necessitano, ndr — e la gente comune non lo sa e si chiede perché stiamo lì coi banchetti”, spiega Zamorani. Firme che, tra l’altro, non è facile raccogliere per via dell’alto numero che ne richiede la legge, ovvero “quasi 50mila, anche se un emendamento che forse verrà approvato ne prevede 375 per ogni collegio (sono 63, ndr), dimezzandole di fatto a 25mila circa. E poi noi le raccogliamo sempre con un autenticatore, cosa che non fanno tutti e rende il processo più complicato”.

Rimane comunque il nodo dell’apparentamento o meno con il Partito Democratico, ancora da sciogliere. “Ci sono stati dei contatti nelle scorse settimane in cui si è parlato strettamente di temi politici; avremmo voluto un impegno maggiore sullo ius soli, anche se l’approvazione del testamento biologico è comunque un fatto positivo. Vogliamo essere un argine federalista a questi populismi, e idealmente potremmo anche fare una lista indipendente, ma sappiamo che sarebbe velleitario”, hanno confermato i Radicali.

 

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