Attualità
2 Dicembre 2017
L'omelia di monsignor Perego alle esequie. "Ho letto sul suo volto la sofferenza, ma anche il desiderio di giustizia"

Don Margutti, l’ultimo saluto del vescovo: “Tu sei sacerdote in eterno”

di Redazione | 3 min

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“Don Andrea, desidero dire a te e a tutti coloro che oggi ti piangono che “Tu es sacerdos in Aeternum”, Tu sei sacerdote in eterno”. È l’ultimo saluto del vescovo Gian Carlo Perego alle esequie di don Andrea Margutti, ex parroco di Ponte Rodoni e di Ospitale, venuto a mancare all’età di 67 anni a causa di un malore. I funerali si sono celebrati venerdì e sono stanti tanti i fedeli e i parrocchiani che si sono uniti nel cordoglio per la scomparsa del sacerdote.

“Fratelli… non avete ricevuto uno spirito di schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà Padre” – annuncia monsignor Perego durante l’omelia -. Le parole di Paolo alla comunità cristiana di Roma oggi sono rivolte a noi, che celebriamo il rito delle esequie e diamo l’ultimo saluto fraterno al nostro sacerdote don Andrea Margutti”.

Don Andrea è cresciuto in questa comunità parrocchiale di Santo Spirito: “Posso affermare – scriveva in una sua testimonianza pubblicata su ‘La Voce’ in occasione dell’Ordinazione presbiterale– che la mia vocazione al sacerdozio ministeriale è nata e cresciuta nel contesto della vita parrocchiale a cui ho partecipato nella varietà delle sue espressioni catechistiche, liturgiche, ricreative e pastorali”.

“Dopo la sua ordinazione presbiterale avvenuta nel 2008, a 58 anni, rinunciando all’insegnamento e a un lavoro professionale che garantivano stima e sicurezza, per dieci anni con la sua bontà, generosità – fino all’ultimo atto del dono delle cornee – è stato un testimone della paternità di Dio – ricorda l’arcivescovo -. Nel mio incontro con Lui, poche settimane dopo il mio ingresso in questa Arcidiocesi, ho potuto leggere sul suo volto la stanchezza, la sofferenza, ma anche il desiderio di giustizia unito a quello di un recupero della propria serenità. Ma soprattutto desiderava, pur nella paura e nella fatica, continuare a vivere la fede e la testimonianza presbiterale, con umiltà e fiducia nella Chiesa”.

“La grazia del sacramento dell’Ordine diaconale e presbiterale rimane per te un dono con cui ti presenti oggi di fronte al Signore, perché Dio non rinnega mai i suoi doni – prosegue l’omelia di Gian Carlo Perego -. Tu sai che il Padre accoglie nel suo Regno di giustizia e di pace tutti i suoi figli, prendendoli per mano. Tu sai – come ci ha ricordato la pagina evangelica di Giovanni – che “chiunque vede il Figlio di Dio e crede in Lui abbia la vita eterna”. Nel pane spezzato da te ogni domenica per le comunità a te affidate, tu hai visto e creduto che Gesù Cristo, morto e risorto per noi, è realmente e continuamente presente nella Chiesa e nella storia che camminano verso l’ultimo giorno, il giorno della risurrezione. Quel pane spezzato e quel vino versato ogni domenica è il pane del cammino per la vita eterna, tra le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce”.

“Oggi, caro don Andrea, è il giorno della tua risurrezione. Oggi, come quello della tua prima Messa – per usare le tue stesse parole – “è un gran giorno” e ancora una volta ti presenti davanti al Signore con un po’ “di tutto: gioia, emozione, speranza, timore, gratitudine, apprensione… nella certezza che tu non abbandoni i tuoi figli”. Sono certo che Dio Padre misericordioso oggi ti stringe tra le sue braccia”.

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