Il primo allenamento a porte aperte dell’Ars et Labor
Il 10 agosto il primo allenamento a porte aperte della nuova Spal, l'Ars et Labor dell'imprenditore argentino Juan Martin Molinari
Il 10 agosto il primo allenamento a porte aperte della nuova Spal, l'Ars et Labor dell'imprenditore argentino Juan Martin Molinari
Il primo allenatore del nuovo corso dell’Ars et Labor Ferrara è Stefano Di Benedetto. Il mister biancazzurro è stato presentato al centro sportivo “G.B. Fabbri”, a meno di venti giorni dal primo impegno ufficiale di stagione
È il giorno di mister Di Benedetto, ma è anche la prima uscita ufficiale di Mirco Antenucci nei suoi nuovi panni di direttore sportivo, già al lavoro per allestire una squadra competitiva che affronti un campionato d’Eccellenza di livello
Presentato oggi (8 agosto) il nuovo simbolo che accompagnerà l'Ars et Labor Ferrara nel campionato di Eccellenza 2025/2026
È ufficialmente cominciata l’avventura della nuova società calcistica Ars et Labor Ferrara, nata per rilanciare il calcio cittadino dopo mesi di incertezze. Il club ha annunciato i 17 giocatori attualmente tesserati, delineando così l’ossatura della rosa che affronterà la prossima stagione sportiva
(foto tratta dalla pagina Facebook di U.S. Sassuolo)
di Davide Soattin
Da Bologna-Spal a Spal-Sassuolo. Da un derby all’altro, nel giro di una settimana. Certo, l’aria che si respira in città non è quella che si avvertiva dieci giorni fa. Non c’è la tensione per un match da giocare contro gli eterni rivali bolognesi e non c’è nemmeno l’attesa per rievocare uno scontro di “altri tempi”. No, non c’è nulla di tutto ciò perché, alla fine, i biancazzurri ed i neroverdi si sono incontrati nella loro storia poche volte, quattro per la precisione, e mai in massima serie. L’ultimo confronto tra i due club, il 18 settembre 2005, in C2 appunto.
Domenica, saranno di fronte nuovamente dopo dodici anni con gli ospiti che arriveranno a Ferrara in circa 200 unità, nonostante i pochi chilometri di distanza da percorrere tra le due città. Prevedibile, vista la storia di una tifoseria in cui a scarseggiare, complice l’essersi affacciati da poco tempo al panorama calcistico italiano, è la cultura ultras. Un motivo in più, per scoprire una realtà del nostro campionato lontana pochi chilometri da noi.
STORIA. I primi movimenti di curva organizzati a Sassuolo, come la “Gioventù Neroverde”, nascono intorno alla metà degli anni ’80 con l’approdo, per la prima volta nella loro storia, degli emiliani in C2. In seguito, con la retrocessione in Interregionale nella stagione 1989/1990, però, queste formazioni ultras scompaiono per poi tornare, come nel caso degli “Alkatraz 1986” (presenti in curva fino al 2001), nella seconda metà degli anni ’90, quando i neroverdi conducono un campionato che culmina in un ritorno in C2, grazie ad un ripescaggio.
Alla fine degli anni ’90, tra i tifosi c’è il tentativo di dar vita a nuovi gruppi, ma tutti svaniscono quasi subito, segno di come il movimento di curva, a Sassuolo, abbia sempre avuto difficoltà ad attecchire, complice un bacino d’utenza limitato e la vicinanza di città e squadre come Bologna, Reggiana e Modena impegnate, in quel periodo, a confrontarsi su palcoscenici importanti a livello europeo e nazionale.
Simbolo di questa debolezza infatti, attorno agli anni 2000, sono i quattro anni senza tifo organizzato che vive la provincia modenese fino a quando, nel 2003, compaiono per la prima volta in curva gruppi ridotti composti da ragazzi molto giovani dal nome di “Head Out” e “Saxolum 1312”. Proprio da un blocco di quest’ultimi, nel 2007, nasce il “Gruppo 1922” formato da alcuni esponenti della vecchia guardia che, per un anno, fa le veci dei “Saxolum” (diffidati in seguito al danneggiamento di un vagone treno durante la trasferta di Venezia) per poi cessare la propria attività ultrà e divenire un semplice club qualche mese più tardi. Il 2007 è anche l’anno di scomparsa degli “Head Out”.
Con la fine degli anni 2000, si affacciano al palcoscenico ultras italiano nuove formazioni organizzate emiliane, tra cui il “Clan Curva Nord” e “Sasol”, e altri gruppetti dai nomi curiosi come “Gruppo Enogastronomico” e i “Pochi ma Sbronzi” che avranno l’onore di seguire il Sassuolo in Serie B e in A, seppur lontano dal “Renzo Ricci” poiché, con 4mila posti, non è a norma per affrontare i due maggiori campionati nazionali.
Nella stagione 2007/2008, infatti, i neroverdi sono costretti ad emigrare, incontrando la disapprovazione dei tifosi, allo stadio “Braglia” di Modena con gli ultras che occuperanno i Distinti-lato Sud, mentre, con la storica vittoria del campionato cadetto, nella stagione 2012/2013, si spostano ancora una volta in direzione “Mapei” di Reggio Emilia, primo caso di stadio in Italia diviso tra i sassolesi e la Reggiana legittima proprietaria di casa, dove affrontano la massima serie fino ad oggi.
GEMELLAGGI/AMICIZIE. La tifoseria sassolese ha rapporti di gemellaggio con Piacenza (recente costituzione, comune fede politica di destra), Reggiolo (recente, vicinanza tra i due paesi), mentre, amicizia e rapporti di stima reciproca si hanno nelle partite con Chievo (nato nella stagione 2013/2014, a livello di club e non di ultras), Alto Adige, Pro Sesto, Sanremese, Pavia, Pordenone, Ospitaletto, Braidese, Cittadella, Giarre, Gorizia e Riccione.
RIVALITÀ. La curva neroverde sente particolarmente la rivalità nelle sfide contro Carpi, Modena (motivi campanilistici), Empoli, Belluno, Sansovino, Savona, Spal, Pistoiese, Lucchese, Mantova, Cesena (nate tra la C1 e la C2), Trento, Pro Vercelli, Roteglia, Formigine, Ancona e Cavese.
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