Sarà assegnato a Maria Luisa Pacelli, direttrice del Palazzo dei Diamanti di Ferrara, il Premio Allegrini “L’Arte di mostrare L’Arte”, giunto quest’anno alla quinta edizione. La consegna ufficiale è in programma mercoledì 25 ottobre a Villa Della Torre, a Fumane di Valpolicella (VR).
Nella figura di Maria Luisa Pacelli Allegrini premia una città che ha scommesso concretamente sulla cultura come motore di sviluppo e insieme collante di un tessuto civico. Ma al tempo stesso si premia un’eccezionale professionista: Maria Luisa Pacelli è stata infatti capace di prendere su di sé un’eredità impegnativa, di aggiornarla, e di rinnovare così una formula vincente, traghettandola nella stagione non facile della crisi economica internazionale.
«Allegrini, premiando Maria Luisa Pacelli – spiega Marilisa Allegrini – vuole additare il caso virtuoso ferrarese come modello di politiche culturali locali capaci di coniugare la storia di un territorio con le correnti artistiche internazionali, facendo partecipi i cittadini a un processo di arricchimento culturale innescato da mostre oculatamente progettate e sapientemente curate».
Ferrara è una delle città italiane che con maggiore determinazione e successo ha perseguito la difficile via di una proposta culturale di alto profilo legata alle mostre, incardinandola a due assiomi: progettualità con gestione pubblica delle mostre e la ricerca di una loro redditività coniugata alla qualità dei contenuti, in proiezione internazionale.
Per farlo, il Comune di Ferrara si è dotato di una fondazione, Ferrara Arte, che ha lo scopo di organizzare le mostre a Palazzo dei Diamanti, in collaborazione con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e con il Settore Attività Culturali del Comune di Ferrara. Da una ventina d’anni l’attività di Ferrara Arte si è sviluppata con particolare attenzione all’arte antica, l’arte europea dal Quattrocento al Novecento, l’arte italiana del Novecento senza dimenticare la grande pittura ferrarese moderna e contemporanea.
Arrivata alla direzione di Ferrara Arte nel 2011 – dopo essersi formata per una dozzina d’anni sotto la guida sapiente del precedente direttore-fondatore Andrea Buzzoni – Maria Luisa Pacelli ha saputo costruire le condizioni per proposte espositive di primo livello, capaci di essere al tempo stesso occasioni internazionalmente riconosciute di dibattito e sviluppo della storia dell’arte, ma anche dei percorsi e dei progetti culturali che hanno coinvolto la città, il territorio e le scuole. Per citarne solo alcune, ricordiamo: Sargent e l’Italia [2002-2003]; Rauschenberg [2004]; Corot. Natura, emozione, ricordo [2005-2006];
André Derain [2006-07] Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este [2007-08]; Miró: la terra [2008]; Turner e l’Italia [2009];Chardin. Il pittore del silenzio [2010]; Lo sguardo di Michelangelo. Antonioni e le arti [2013]; Zurbarán[2013-14] e Matisse, la figura [2014].
Tutto ciò con una gestione attenta delle risorse e della comunicazione, che ha portato le due ultime mostre del 2016, lodate come esemplari dalla critica internazionale, ad essere viste da un gran numero di visitatori: 128.187 per De Chirico a Ferrara, e 146.567 per Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi. In entrambi i casi i bilanci delle mostre – pubblici, in omaggio ad una trasparenza assoluta quanto insolita nel settore – hanno registrato un ragguardevole attivo per Ferrara Arte.
Allegrini ha cercato in questi anni di caratterizzare la propria presenza accompagnando, con misura e passione, le istituzioni culturali italiane ed internazionali. In questo senso va letto l’intrecciarsi delle relazioni con l’Ermitage di San Pietroburgo, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e con i numerosi intellettuali, di varia estrazione ed interessi, periodicamente invitati presso Villa Della Torre, il monumento rinascimentale di Giulio Romano, sede pulsante della vita aziendale. Sempre in questo contesto s’inquadra la creazione del Premio “L’Arte di mostrare l’Arte”.
Nelle passate edizioni sono stati premiati i curatori della mostra “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento”, Davide Gasparotto, Adolfo Tura e Guido Beltramini, Paola Marini e Bernard Aikema per l’esposizione “Paolo Veronese: l’illusione della realtà”, Salvatore Settis, Rem Koolhaas e Fondazione Prada per la mostra Serial/Portable Classic, Luca Massimo Barbero, curatore della mostra “Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim”.
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